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Meno insegnanti di sostegno, chi può se li paghi. Print E-mail

 

Dietro i pesanti tagli agli insegnanti di sostegno, ben 242 in meno solo a Catania, ci sono i drammi e le proteste dei genitori dei bimbi disabili

L’ultima arriva da un portale che riunisce centinaia di genitori di bimbi affetti da autismo. Il forum in cui si confrontano le famiglie sta valutando la possibilità di adire alle vie legali. «L’unica strada per il momento - sostiene Andrea Giuffrida, amministratore del portale - è quella di far ricorso alla magistratura ordinaria per chiedere la tutela dei diritti legittimamente acquisiti».

Un’iniziativa che creerebbe un importante precedente giuridico. «Il problema - spiega Giuffrida - che coinvolge anche numerosissimi catanesi, è che il taglio alle risorse non è stato operato in maniera equa.

Non è stata fatta una valutazione caso per caso, cioè, conservando la destinazione degli insegnanti a chi ne aveva realmente e piu’ bisogno, ma secondo il principio "poco, ma per tutti": un principio che, nel caso di disabili gravi, vuol dire niente per nessuno.

La maggior parte dei bambini in difficoltà, infatti, ha bisogno del contatto diretto ed esclusivo con l’insegnate di sostegno, di un rapporto "uno a uno". O perché sviluppa aggressività e deve essere contenuto, oppure perché migliora notevolmente col contatto diretto. Privando il disabile del sostegno, il violento resta violento, chi invece migliorava, si ferma nel percorso».

E’ il caso del figlio di Andrea, un autistico di cinque anni, che grazie all’insegnante di sostegno all’asilo, presente per 25 ore alla settimana, aveva fatto grandi progressi. Il professionista aveva pagato a proprie spese la specializzazione della docente, così che anche altri alunni avevano potuto beneficiarne. Adesso il figlio di Andrea per l’anno scolastico alle porte, non potrà piu’ contare sulla sua insegnante. «Le soluzioni? - si interroga il moderatore del forum - Le famiglia che se lo possono permettere, possono chiedere l’autorizzazione al Circolo didattico di competenza per utilizzare un terapista, pagato personalmente, nelle ore rimaste scoperte dopo i tagli.

Chi non può deve rassegnarsi a vedere terminato il percorso terapeutico del proprio figlio». E dal forum arriva anche un appello a tutti i genitori in difficoltà: «Siamo stati in tanti a protestare, a chiedere spiegazioni e soluzioni.

Ma sono ancora troppi i genitori che non si coalizzano, che non agiscono in associazione per far valere i propri diritti. Togliendo una possibilità ai propri figli".

ALESSANDRA SERIO

tratto da La Sicilia