Nel 1998 a Londra il Dr Wakelfield ha descritto per la prima volta in pazienti pediatrici affetti da autismo una nuova malattia infiammatoria cronica intestinale, diversa dal Morbo di Crohn e dalla rettocolite ulcerosa, denominata "entercolite autistica". Questa nuova sindrome è caratterizzata da 1)disturbi dell'alvo con stipsi o diarrea cronica e disturbi digestivi con dispepsia e sintomi di reflusso gastro- esofageo; 2) presenza di iperplasia nodulare follicolare dell'ileo terminale e del colon insieme ad una ileo-colilte cronica aspecifica; 3) disturbi comportamentali delo sviluppo di tipo autistico "regressivo", caratterizzati cioè da una perdita o da un arresto dell'acquisizione di alcune funzioni relazionali, sociali e di comunicazione, quali la capacità di parola e di articolazione del linguaggio che si instaurano dopo un periodo di normale sviluppo di almeno 15/18 mesi di vita. Di particolare importanza per l'identificazione di questa nuova patologia sono state le segnalazioni, da parte di genitori di bambini autistici e di alcuni pediatri, della correlazione tra l'inizio dei sintomi di tipo regressivo e l'esposizione al virus del morbillo o alla vaccinazione trivalente (MMR, Morbillo Rosalila Parotite) . Successivi studi hanno infatti dimostrasto la presenza della proteina antigenica di superficie del virus del morbillo nelle cellule dentritiche del tessuto linfoide reattivo dell'intestino ileale nei bambini con autismo regressivo. Inoltre grazie a tecniche molto sensibili e specifiche di biologia molecolare in situ, (TaqMan PCR Sistem, Perkin-Elmer) è stato possibile amplificare e sequenziare il gene dell'emoaglutinina (H) del virus del morbillo sia su biopsie intestinali che su sangue periferico e liquido cerebrospinale in un gruppo di pazienti con autismo regessivo. E' stato pertanto ipotizzato che in soggetti con autismo regressivo la pesistenza "asintomatica" del virus del morbillo all'interno dell'intestino possa indurre direttamente o indirettamente 1) uno stato immunosoppressore cronica con il mantenimento nel tempo di una risposta immunitaria di tipo T Elper2, peculiare solo dei primi anni di vita; 2) un quadro infiammatorio intestinale cronico caratterizzato da un'alterata permiabilità gastro-intestinale.questa maggiore permiabilità permetterebbe non solo un aumentato ingresso nell'organismo di antigeni normalmente presenti nel lume intestinale( tossine batteri, alimenti ecc.) ma esporrebbe il sistema immune e la parete intestinale ad uno stimolo infiammatorio continuo. L'identificazione di questo particolare quadro infiammatorio intestinale in soggetti con autismo regressivo trova inoltre accordo con la teoria "dell'ecceso degli oppioidi" gia avanzata nel passato e basata sull'evidenza di un'eccessiva presenza di peptidi morfino-simili nelle urine dei soggetti autistici. Queste sostanze denominate, caseomorfina e gliadomorfina sarebbero prodotte nell'instestino dalla digestione di alcuni cibi assunti con la dieta come il latte o la pasta e sarebbero in grado di esercitare un'azione simil-oppioide a livello cerebrale.Tuttavia questi peptidi sono normalmente presenti nell'intestino dei soggetti sani, ma non sono in grado, in condizioni normali, di raggiungere concentrazioni elevate a livello del sistema nervoso centrale. Per questo in condizioni particolari (autismo regressivo, encefalia epatica, celiachia, acidosi lattica intususcessione intestinale pedriatica ecc.) una loro "eccessiva" presenza a livello centrale sarebbero responsabili del quadro neurologico. In particolare nell'autismo regressivo, l'eccessiva presenza di oppioidi a livello cerebrale causata dal maggior passaggio enterico dei peptidi per l'alterata permiabilità intestinale non neutralilzzata dal filtro epatico che risulta essere ancora insufficiente in età pediatrica, potrebbe interagire direttamente o indirettamente a livello del sistema nervoso centrale. Una maggiore concentrazione dei peptidi a llivelo cerebrale per periodi prolungati nel tempo interferirebbe non solo con le funzioni comportametali e relazionali in fase di acquisizione ma soprattutto con lo sviluppo neuronale in un periodo così critico della fase evolutiva come l'età pediatrica. Sebben le basi fisiopatologiche dell'entercolite autistica siano ancora oggetto di studio e di discussione, i dati preliminari fino ad ora ottenuti sulla ripresa di alcune funzioni socio- comportamentalil di questi pazienti trattati con dieta senza glutine e caseina e/o con farmaci specifici (mesalazina o 5 -asa) sono molto incoraggianti ma purtroppo non ancora uniformi, duraturi e sopratutto progressivi nel tempo. Sono pertanto ancora necessari studi controllati su un numero maggiore di pazienti e per periodi più prolungati per confermarne non solo la validità delle terapie proposte nel lungo periodo ma anche per meglio comprendere questa nuova patologia che coinvolge così inaspettatamente l'asse intestino cervello.
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