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Il mio angelo ferito Print E-mail

Dal nostro forum:

Qualche giorno fa sono riuscita a riappropriarmi del computer dopo tanto tempo, perché il suo uso è diventato oggetto di contesa nella nostra famiglia, e fu così che cliccando fra le pagine dei documenti
ho appreso casualmente di un convegno intitolato " Il mio Angelo Ferito "
la cui locandina raffigurava una scena nella quale un angelo bianco e bendato, con un'ala sanguinante, veniva condotto di peso da due giovani, poiché egli era, come ho già detto, malato; mai un'accoppiata risultò tanto appropriata e vincente - il bambino autistico e l'angelo ferito - ma se dapprima tale seppur struggentissimo quadro evoca nella mia anima sensazioni di incolmabile vuoto e sconfinato dolore, in seguito mi insegna che è proprio dalla cenere che la fenice rinasce a nuova vita, più bella e forte della precedente. Gettando uno sguardo sull'angelo che mi è stato fatto dono di conoscere su questa terra, io posso affermare con sicurezza che il mio angioletto non è più ferito, la benda che celava i suoi occhi è scivolata, la sua bocca può pronunciare parole, frasi e canzoni sempre più lunghe.

Con i suoi grandi occhi indagatori finalmente ha imparato a leggere, scrivere e a far di conto come molti altri piccoli angeli della sua età, e la ferita sulla sua piccola ala si sta rimarginando ogni giorno di più, mentre egli gioca, va a scuola o semplicemente riposa, grazie alla fiducia che i suoi genitori e le persone a lui care hanno riposto in un metodo, una cura, una persona, una dieta, in sé stesse, sempre e sopra tutto, in Edoardo Angelo ferito pronto alla soglia dei dieci anni a spiccare il volo con le sue forti ali, con i suoi grandi occhi, e con i suoi cinque sensi desiderosi di ascoltare dolci melodie ed allegri ritornelli, in cambio di promesse di torte al cioccolato e gelati e caramelle.
Il mio Angelo non è più ferito perché adesso può guardarsi intorno e risponde con sicurezza e in maniera affermativa alla proposta di trascorrere una sera al teatro a guardare la tale commedia , e ci permette occasionalmente di andare tutti insieme in pizzeria dove abbiamo prenotato la sua pizza senza glutine, ma se lo desidera possiamo portarlo al multisala a guardare i films di animazione e a gustare un secchiello di pop corn.
Nel dipinto di Hugo Simberg si nota chiaramente lo stato di prostrazione nel quale versa l'angelo che si affida totalmente alle cure di quei due giovanetti che lo trasportano di peso affinché possa ricevere le cure di cui ha bisogno.
Nella vita reale i due giovanetti rappresentano tutte quelle persone che realmente si adoperano quotidianamente per prendersi cura di un bambino che altrimenti sarebbe condannato all'isolamento e ad una fine sicura.
E quei portantini siamo noi, i suoi genitori, che hanno accettato nel bene e nel male il peso di questo fardello, ed essi sono i fratelli e le sorelle dell'angelo ferito, che con la loro quotidiana presenza rassicurano e sostengono l'angioletto infermo, ma sono anche gli amici e i parenti più prossimi, i compagni di scuola e le insegnanti che imparano a volergli bene senza aspettarsi nulla in cambio, ma raffigurano anche quei medici discreti che riescono a curare certe ferite in maniera nè invasiva né traumatica.
Angelo ferito, bimbo risoluto e capriccioso, scuoti il capo e te ne vai per la tua strada ignaro dei perigli che si celano dietro l'angolo, quanti angeli custodi vegliano il tuo operato, quanti cherubini guidano i tuoi passi e muovono la tua mano....
Angelo ferito, imponiti la vittoria, pretendi di sconfiggere il male ed aiutaci a portare a compimento questo duro compito terreno, affinché il tuo ed il nostro lavoro sia motivo di emulazione per altri genitori e non causa di invidia e che infine sia ricompensato, se non in questa vita, almeno nell'altra.

S.B.