L'intervento comportamentale, di Simona Levanto |
20.06.00 G. ha quasi tre anni, la stessa età di mio figlio. E' molto più agile di lui, una scheggia! O. comincia a muovere i primi passi senza inciampare mentre lei s'arrampica sui mobili, pedala una bicicletta e nuota come un pesce. E' bellissima e l'ho sempre pensato. Portamento regale, scarpe a fiori ed uno spassionato amore per l'azzurro. E' autistica. 'Una diagnosi precoce che svanirà coi trattamenti giusti', raccontano da qualche parte. G. non guarda il cielo, non sopporta d'essere presa in braccio o coccolata, non parla ancora, non sa giocare con nulla. Non sono riuscita ad incuriosirla con la miriade di bambole trenini lego carillon affarini luminosi che possiede. Fino a pochi mesi fa pensavo fosse strana,silenziosa e trascurata da una mamma troppo avvezza allo shopping. Oggi mi rendo conto di quanto questa visione fosse una favola. Ho incontrato bambini affettivamente appagati marchiati dalla stessa diagnosi. O. e G. vivono assieme quest'estate. E me ne occupo da mamma, da clown e da tutor comportamentale. Un corso mi ha insegnato in sessanta ore cosa vuol dire e come relazionarmi con lei. Funziona, ma mi devasta. La costringo a tollerare il bacio della buonanotte in cambio d'una nocciolina e completare un puzzle per un sorso di succo. Se non indica correttamente i pantaloni che desidera indossare le impongo un vestito rosso che odia, lei s'arrabbia, se lo leva, poi punta il dito verso ciò che vuole. Mi adora grazie al sacchetto di caramelle che mi pende dal collo, ne riceve una non appena risponde correttamente ad un'istruzione. Un episodio stamattina m'ha fatto riflettere. O. e G. hanno rovesciato entrambi l'intero contenuto della dispensa sul pavimento. Li ho rimproverati alzando un po' i toni, O. s'è messo a frignare, G. a ridere a crepapelle. Ho provato a spiegare ad entrambi che non si fa, O. m'ha aiutato a rimetter dentro barattoli e posate, G. ha continuato a rovesciarle sul pavimento divertita. L'ho ignorata come sapevo di dover fare, passeggiando tra i contenuti della dispensa come se nulla fosse accaduto. Ha smesso dopo quaranta minuti. La supervisor che ci segue m'ha consigliato di rinforzarla tutte le volte che s'avvicina ad uno stipite senza spalancarlo e dichiarare guerra alle posate. Manipolazione dell'antecedente. So di cosa si tratta, ma mi stranisce l'abisso che esiste tra le reazioni di O. e le sue, tra le maniere differentissime in cui insegno ogni cosa ad entrambi. E mi stranisce pensare di valere meno di una nocciolina.
Allego alle mie note questa pagina di diario perché ogni mamma e papà incontrati nel mio percorso professionale si sono almeno una volta sentiti meno di una nocciolina. Lo allego per specificare che cominciare e seguire un intervento comportamentale è molto complesso e la vera efficacia del trattamento è affidata all'abilità della famiglia.
REGOLE DI BASE PER CHI INSEGNA 1) CREARE UNA SITUAZIONE DI INSEGNAMENTO OTTIMALE.
PRINCIPI COMPORTAMENTALI DI BASE Comportamento: è tutto ciò che possiamo osservare. L'analisi del comportamento nasce dal concetto che tutto ciò che si può osservare si può modificare. L'autismo nella visione comportamentale ha: comportamenti L'intervento comportamentale intende incrementare quelli in deficit e diminuire quelli in eccesso. Il comportamento si modifica attraverso l'applicazione dei principi di condizionamento: condizionamento classico ESEMPIO: tutte le volte che il bambino usa correttamente il bagno parte una musica che gli piace moltissimo. Condizionamento operante ESEMPIO: tutte le volte che il bambino viene a sedersi riceve una caramella, in questo modo le possibilità che venga a sedersi incrementano. Le conseguenze che incrementano un comportamento si definiscono rinforzo. Rinforzo positivo (dare): il comportamento è seguito da un rinforzatore che viene dato al bambino. Rinforzo negativo (togliere): il comportamento è seguito dall'eliminazione di un evento avversivo. Rinforzo automatico: il comportamento è mantenuto da un rinforzo che non viene dato dal tutor e che il tutor difficilmente riesce a manipolare. Il comportamento si analizza attraverso l'analisi funzionale: capire la funzione di un comportamento significa identificare: Antecedente Ad esempio dare l'istruzione: "vieni a sedere" Comportamento Ad esempio: Marco piange Conseguenza Ad esempio: "va bene, fai un'altra cosa" Si applica l'analisi funzionale tutte le volte che si nota un comportamento negativo (non appropriato). COME GESTIRE UN COMPORTAMENTO NON APPROPRIATO (OVVERO LIMITARE UN COMPORTAMENTO IN ECCESSO) I comportamenti non appropriati o negativi si gestiscono con diverse strategie, che dopo un'accurata analisi funzionale, devono essere applicate in maniera uniforme: 1.Estinzione Il comportamento negativo è stato mantenuto da un rinforzo. ESEMPIO: Maria urla perché vuole vedere un video. Di solito viene accontentata. La mamma decide di usare l'estinzione e la ignora fino a che non si calma. 2.Prevenzione Manipolazione dell'antecedente prima che il comportamento si manifesti. ESEMPIO: La mamma sa che Maria potrebbe urlare per chiedere il video, le suggerisce come fare la richiesta senza urlare.
Ridirezionare comportamenti negativi per indirizzarli verso comportamenti più appropriati. ESEMPIO: Maria sbatte la porta. 4.Sovracorrezione Correggo un comportamento più volte di seguito, provocando quello negativo e correggendolo fino a quando il bambino non diventa insofferente. ESEMPIO. Maria butta le perle per terra. (P.S. : non simpatizzo troppo con questa strategia)
SINTESI PER LA GESTIONE DEI COMPORTAMENTI NEGATIVI: - Identificare il comportamento COME INSEGNARE UN COMPORTAMENTO APPROPRIATO (OVVERO INCREMENTARE UN COMPORTAMENTO IN DEFICIT)? - Stabilire qual è il comportamento che vogliamo insegnare, facendo attenzione a prefissarci un obiettivo raggiungibile dal bambino |
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