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Mio figlio, il re dei metalli, della Dr. Holmes Stampa E-mail


La Dr. Amy Holmes, medico e madre di un bambino autistico, coautrice insieme alla Dr Stephanie Cave del libro "What Your Doctor May Not Tell You About Children's Vaccinations"(Quello che i medici avrebbero potuto non dirvi sulle vaccinazioni dei bambini), ha approfonditamente studiato i test ed i trattamenti per l'avvelenamento da mercurio nei bambini nello spettro autistico. E' stata (purtroppo per gravi motivi di salute si è da pochi anni ritirata dalla pratica medica) uno dei più importanti professionisti esperti nella chelazione orale per quei bambini che mostravano evidenza di mercurio nel cervello ed appartiene al gruppo dei medici che hanno aperto una nuova strada per la detossificazione medica dei bambini basata su una accurata attenzione nei test e nella supplementazione di nutrienti e minerali. Insieme alla sua equipe ha lavorato su circa 800 pazienti (sempre con una lunghissima lista d'attesa) per trattare la tossicità ai metalli pesanti. Suo figlio autistico, non verbale fino a 4 anni, è totalmente fuori dallo spettro autistico e normale sotto molti aspetti dopo 2 anni di chelazione.
Eccone la storia tradotta dal libro "Treating Autism.Parent stories of hope and success" dei Dr. Bernard Rimland e Steve Edelson.

Mio figlio, il re dei metalli
della Dr. Amy Holmes

La Dr. Amy Holmes e suo marito Charlie sono i genitori di Mike, nato nel 1994, il cui autismo ha portato Amy a diventare un medico DAN! e a focalizzare i suoi sforzi a ricercare il ruolo del mercurio nel causare sintomi autistici. La famiglia vive in Louisiana. Questa storia è stata scritta nell'Ottobre del 2002.

Una volta ero un medico "molto tradizionale". Seguivo alla lettera i libri. Mi era stato insegnato che "se non è un farmaco, non funziona" e che "i genitori non sanno assolutamente niente". E io ci credevo.
Dopo 15 anni di cure per la fertilità, ebbi il mio primo ed unico bambino, Mike. Alla nascita era un bambino normale e tranquillo. A sei mesi era un bambino molto felice. Aveva anche, per un neonato, delle capacità molto buone, se non eccezionali, di socializzazione. Ad un anno diceva da 20 a 25 parole e il suo sviluppo era normale in ogni senso. Ma intorno ai 15-16 mesi d'età, incominciò ad "andarsene". Questo si notò soprattutto dalla scomparsa del suo contatto oculare. Guardando le sue foto di allora si riesce a vedere chiaramente questa regressione. Si trasformò da un bambino amorevole e socievole in uno non più affettuoso, insensibile, confuso. Cominciò a trattare me e mio marito Charlie come dei mobili e avrebbe trascorso le sue ore tenendo in mano e guardando fissamente due foglie. Charlie ed io sapevamo che gli era successo qualcosa in un breve intervallo di tempo, ma non sapevamo cosa fosse. Cominciammo il nostro viaggio per trovare una risposta, e quando finalmente la scoprimmo ne rimanemmo shoccati. Portammo Mike dal suo pediatra che ci disse semplicemente "I maschietti parlano più tardi". Non ci diede alcuna spiegazione del perchè Mike aveva cominciato a parlare e poi aveva smesso. Alla fine andammo da un neuropsichiatra infantile della nostra zona e a Mike fu diagnosticato un autismo "grave" - non semplicemente autismo, un caso estremo di autismo. Il neuropsichiatra infantile ci suggerì di provare un certo numero di diversi trattamenti, come logopedia, ABA e psicofarmaci, ma lui stesso aggiunse che questi trattamenti non sarebbero stati di troppo aiuto. Come potete immaginare, questo fu davvero difficile da accettare per me e Charlie: primo, ci veniva detto che nostro figlio aveva un caso grave di autismo e, secondo, veniva aggiunto che poteva essere fatto molto poco per aiutarlo. (Ora so che, sfortunatamente, la nostra situazione non era unica - molte famiglie sono proprio ora nella stessa situazione)
Seguimmo gli scoraggianti consigli del neuropsichiatra e provammo anche ulteriori trattamenti, come play therapy, Floor time, integrazione auditiva, terapia occupazionale e alcuni interventi biomedici/nutrizionali come IVIg, dieta senza glutine e caseina, vitamina B6 con magnesioe dimethylglicina (DMG). Notammo dei miglioramenti con questi interventi, ma Mike era ancora gravemente autistico. Eravamo disperati - Mike aveva 3 anni e 1/2 (Marzo del 1999) e ancora non parlava.
Sentii di un bravissimo medico di Baton Rouge, in Lousiana, la Dr. Stephanie Cave; le portai Mike e lei gli prescrisse diversi test previsti dal protocollo DAN!, compreso un test per i metalli tossici nei capelli. Sorprendentemente Mike aveva nei suoi capelli livelli molto alti di piombo. Mio marito ed io cominciammo a pensare che Mike soffrisse di avvelenamento da piombo. E' importante, a questo punto, sottolineare che il mercurio non era stato invece trovato; discuteremo questo più dettagliatamente in seguito.Cominciammo così il percorso standard per rimuovere il piombo dal corpo di Mike.Questo significava somministrargli il DMSA (Chemet) per 2 settimane e 1/2, In brevissimo tempo notammo un miglior linguaggio recettivo e maggiore attenzione. Mike inoltre era meno "isolato". Capimmo che eravamo sulla strada giusta, anche se non sapevamo esattamente dove questa strada ci avrebbe portato. Nei successivi 4 mesi non vedemmo alcun ulteriore miglioramento in Mike e ovviamente volevamo molto di più. Ripetemmo il ciclo di 2 settimane e 1/2 di DMSA, poi gli lasciammo crescere i capelli. Questa volta i livelli di piombo erano molto più bassi, anche se erano ancora inaccettabili. Cosa interessante il livello di mercurio era estremamente alto, ma in quel periodo della nostra vita eravamo focalizzati sul piombo. Sebbene Mike stesse andando lentamente meglio, era ancora del tutto autistico. Mi rendevo conto che mancava qualcosa, ma non sapevo cosa fosse. Rividi allora tutti i risultati dei test di Mike e l'alto livello di mercurio nei capelli cominciò a farmi pensare. Sapevo che il mercurio era altamente neurotossico, e sapevo che molti vaccini contengono il conservante thimerosal. Decisi di conteggiare tutto il mercurio cui Mike era stato esposto con le vaccinazioni, non considerando altre possibili fonti di mercurio, come il pesce. Quando lo feci, scoprii che aveva ricevuto 212,5 mcg di mercurio, quantità che superava ogni standard governativo per l'esposizione al mercurio negli adulti.
Allora nè io, nè altri sapevamo ancora cosa era accaduto a Mike. Dal momento che era stato esposto a quantità così alte di mercurio, perchè il suo primo test sui capelli non indicava un alto livello di mercurio? Perchè invece le successive analisi, eseguite dopo il trattamento con DMSA, indicavano un alto livello di mercurio? Non conobbi la risposta a queste domande se non dopo qualche altro anno.
Sapevo comunque quale sarebbe stato il nostro passo successivo: far uscire il mercurio dal suo corpo. Mike aveva ora 4 anni e 1/2, non aveva linguaggio espressivo, si autostimolava continuamente e raramente interagiva socialmente. Il livello del suo linguaggio era minore di quello di un bambino di 2 anni ed era anche indietro nel cognitivo e nelle abilità fino motorie. L'unica cosa al livello giusto per l'età erano le capacità grosso motorie. Inoltre il suo quoziente dello sviluppo (DQ) era 58, punteggio che indicava moderato ritardo mentale.
Con l'aiuto e il supporto della Dr. Cave, seguii il protocollo DAN!. Ripulimmo l'intestino di Mike in quanto era pieno di Candida e Clostridium (batteri) e gli demmo anche numerosi supplementi. Facemmo poi un test di provocazione con DMSA e fuoriuscì il mercurio. Un'analisi delle feci evidenziò poi che stava espellendo grandi quantità di mercurio e di diversi altri metalli. Scoprimmo così che il nostro piccolo era "il re dei metalli". Decidemmo di intraprendere un energico programma di chelazione. In pochissimo tempo le capacità sociali e cognitive di Mike cominciarono a migliorare notevolmente, mentre i suoi comportamenti autostimolatori diminuirono fino a scomparire. Quando Mike compì 5 anni e 7 mesi lo facemmo rivalutare dallo stesso psicologo dello sviluppo: in soli 13 mesi aveva recuperato 20 mesi nel linguaggio e 21 nel cognitivo. Il suo DQ era ora 80, un aumento di 22 punti. Non solo Mike aveva cominciato a svilupparsi, ma stava anche, lentamente, raggiungendo i livelli tipici della sua età. Come potete immaginare, mio marito ed io eravamo incredibilmente entusiasti.
Nel luglio del 2001, a 6 anni e 8 mesi, Mike non aveva più i criteri per l'appartenenza al disordine dello spettro autistico. Il suo linguaggio recettivo, le capacità cognitive e le abilità fini e grosso motorie erano a livello dell'età. Hurrà! Hurrà! Hurrà! Rimane comunque di 2 anni indietro nel linguaggio espressivo e in rare occasioni gli piace ancora autostimolarsi.
Mike ha ora un grave disordine da deficit dell'attenzione: Non ha problemi nel seguire quando è interessato a qualcosa, ma le cose che non lo interessano non riescono a catturare ancora del tutto la sua attenzione. Legge al livello della sua età e , ci crediate o no, è un portento in matematica. Partecipa a brevi conversazioni, gioca talvolta con gli altri bambini e gli piace andare in bicicletta e in scooter. Ha problemi soprattutto nello stare attento in classe e un'insegnante di sostegno lo aiuta nella lettura e nel linguaggio. E' ancora difficile per lui rimanere focalizzato su un compito.
Inizialmente la Dr, Cave ed io pensavamo che Mike fosse il solo con un tale livello alto di mercurio, ma, all'incirca nello stesso periodo, Sallie Bernard, Lyn Redwood ed altri cominciarono a discutere in modo molto convincente del fatto che il mercurio è una dei maggiori fattori a causare l'autismo. A quel punto, la Dr Cave ed io capimmo che Mike era solo uno di tanti, tanti, tanti bambini.
Dal Febbraio del 2000 ho iniziato a lavorare con la Dr. Cave. Il nostro obiettivo principale è trattare soggetti con disordine dello spettro autistico che abbiano test di laboratorio che evidenziano tossicità al mercurio. Seguiamo fondamentalmente il protocollo DAN!. Lavoriamo prima per ripulire l'intestino e ci chiediamo quali supplementi nutrizionali possano servire a questi pazienti. Dopo aver fatto questo, somministriamo DMSA da solo finchè il mercurio non viene espulso dal loro corpo; diamo poi DMSA con acido lipoico per rimuovere il mercurio dal cervello. Raccogliamo inoltre tutti i dati per imparare quanto più possiamo sull'efficacia del protocollo DAN!. Abbiamo verificato che i bambini più piccoli rispondono meglio e raggiungono migliori risultati rispetto ai bambini più grandi e agli adulti. In altre parole, prima il mercurio viene rimosso dai loro corpi e dai loro cervelli, migliore è la prognosi. Inoltre, quelli che alla nascita erano normali e poi sono regrediti nell'autismo vanno molto meglio di quelli che erano diversi già alla nascita.
Nel 2002 condussi uno studio che aiutò a comprendere la relazione tra mercurio e autismo. Con l'aiuto dei Dr. Bernard Rimland e di Steve Edelson dell'Autism Research Institute riuscii ad ottenere le ciocche dei primi capelli che le mamme usano tagliare ai loro piccoli da bambini normali di tutto il paese. Paragonai i livelli di mercurio in questi campioni rispetto ai livelli riscontrati nei capelli dei bambini con disordine dello spettro autistico. Secondo il Dr. Boyd Haley dell'Università del Kentucky ciò ha fornito una chiara evidenza che molti bambini autistici non riescono ad espellere il mercurio dai loro corpi. Un esempio eccellente potrebbe essere mio figlio, Mike, la cui prima analisi del capello non indicava alcun livello di mercurio. Una volta che invece ha iniziato ad assumere il DMSA, il mercurio è fuoriuscito dal suo corpo.
Ho verificato inoltre che, molto più spesso rispetto alle altre madri, le mamme dei bambini autistici hanno numerose amalgame dentarie al mercurio e ricevono molto più spesso l'iniezione RhoGAM (somministrata alle donne incinta con Rh negativo), che contiene mercurio. Fortunatamente, secondo l'edizione del 2002 del Phisician's desk reference , il RhoGAM e tutte le altre Rho D immunoglobuline non contengono più mercurio..
Mike non è l'unico bambino autistico che è migliorato. Ho infatti ottenuto spesso risultati ancora migliori dei suoi con altri miei pazienti. Più piccolo è il bambino quando iniziano i trattamenti, migliori sono le chance di miglioramento e anche di guarigione completa.