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La ricerca sull'autismo cambia rotta verso la biologia Stampa E-mail

PedMed, una rivista scientifica rivolta ai Pediatri, sta da diverso tempo interessandosi particolarmente all'autismo, alla sua storia, alle controversie che lo circondano, all'aumento della sua diffusione, alla ricerca e ai trattamenti, basandosi su dozzine di relazioni, conferenze ed interviste.

Questo un articolo di LIDIA WASOWICZ (UPI Senior Science Writer) che sottolinea lo spostarsi della ricerca sull'autismo dalla psicologia alla biologia.

GCA applaude a questo cambiamento di rotta!

SAN FRANCISCO, Nov. 30 (UPI) -- I ricercatori, cercando di comprendere le cause alla base dell'autismo, stanno volgendo la loro attenzione dalla psicologia alla biologia; hanno infatti osservato che i risultati venuti da un certo numero di ricerche nell'autismo coinvolgevano geni e anomalie anatomiche del cervello.
Per esempio, studi tramite autopsie hanno rivelato cambiamenti nella struttura cerebrale e prove cliniche hanno messo in rilievo nei più giovani con il disordine differenze neurofisiologiche nel processare le informazioni.
Altre ricercatori, subito dopo, hanno detto di aver individuato, in bambini che in futuro avrebbero sviluppato modificazioni rientranti nello spettro autistico, alterazioni già presenti alla nascita in molecole simili a proteine prodotte dal cervello chiamate neuropeptidi.
Con in mano queste scoperte, gli scienziati si stanno progressivamente lasciando indietro i giorni in cui incolpavano esclusivamente i genitori, riconoscendo la ricca diversità di possibilità che possono causare il disturbo ecambiando la loro precedente visione che ancora oggi si focalizzava essenzialmente sulla psicologia.
"Novità della biologia molecolare stanno accrescendo le nostre conoscenze delle basi biologiche dell'autismo in maniera sorprendente" ha detto Helen Tager-Flusberg, professore di anatomia, neurobiologia e psicologia, direttore del Lab of Developmental Cognitive Neuroscience e direttore dell' Autism Research Center of Excellence alla Boston University School of Medicine.
"Il comportamento del sistema immunitario, fattori genetici e fattori ambientali interagiscono in questo complesso disordine" ha affermato durante un meeting sull'autismo a Boston. "Stiamo cominciando a mettere questi pezzi insieme, con la speranza che ad un certo momento saremo in grado di identificare i bambini con autismo subito dopo la nascita."
David Amaral è uno che da sempre si muove in questa direzione. "Ciò che sappiamo è che l'autismo è un disordine con una forte componente genetica e ciò che i geni fanno in gran parte è produrre proteine" ha detto Amaral, professore di psichiatria e scienze comportamentali all' University of California, Davis, School of Medicine e Medical Center e direttore della ricerca al M.I.N.D. Institute. "Le proteine vengono immesse nel flusso sanguigno" ha spiegato "la deduzione che se ne ricava è quasi inevitabile: se cerchiamo abbastanza a fondo, troveremo alla fine alcuni marker del disordine nel sangue".
Benchè questo modo di pensare sia ancora troppo innovativo per aver acquisito un largo consenso, sta raggiungendo certamente l'obiettivo di attirare l'attenzione. Ad un meeting medico dello scorso anno Amaral alzò ulteriormente il tiro annunciando uno studio su 105 bambini nell'età prescolare che potrebbe individuare la possibilità di sviluppare un semplice test del sangue che un giorno potrebbe smascherare l'autismo in un neonato.
Questa sarebbe davvero una grande scoperta, considerando che, secondo gli scienziati federali e non-governativi, non esiste alcun test biologico per identificare il disordine a nessuna età e che solo solo la metà dei bambini sono ora diagnosticati prima dell'asilo, la maggior parte tra il secondo e il quarto compleanno.
Amaral ha detto:"Scoprire un segno biologico, o "biomarker", che possa essere individuato alla nascita è l'obiettivo maggiore del M.I.N.D. Institute in quanto questo potrebbe consentire ai medici di iniziare i trattamenti o forse anche di prevenire il disordine precocemente".
Lui ed i suoi colleghi hanno trovato evidenti differenze nelle cellule immunitarie che combattono le malattie, nelle proteine e in certe piccole molecole nel sangue dei bambini autistici che un giorno potrebbero servire allo scopo di individuare precocemente l'autismo.
Gli scienziati hanno spiegato che l'idea è che, se la vulnerabilità potesse essere individuata in sala parto e potessoro essere identificati i fattori scatenanti ambientali, sarebbe possibile tenere le due cose separate, evitando ai bambini a rischio un ulteriore insulto, tenere così il disordine sotto controllo.
Amaral ha aggiunto che, sebbene rimane ancora molto lavoro da fare prima che qualunque tecnica sia pronta per la clinica, il suo studio "fornisce un qualche supporto al fatto che dovremmo spendere più tempo e più attenzioni ai fattori immunitari nell'autismo".
Queste sono idee che vengono da anni sostenute da molti genitori che hanno visto i loro figli autistici soffrire di allergie alimentari, problemi digestivi e infezioni resistenti ai trattamenti.