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La nostra esperienza, del lister Badfrancy Print E-mail

La nostra esperienza al Pfeiffer (aka: lessions learnt!)

 

Viaggio in aereo. Noi abbiamo scelto per motivi di convenienza (biglietti con i punti) la KLM e pertanto abbiamo dovuto fare uno stop ad Amsterdam. All'andata il problema è stato la tremenda levataccia in quanto l'aereo è partito alle 06:40 per poter prendere la coincidenza per Chicago. Di contro questo ha comportato un tempo di attesa molto breve ad Amsterdam (forse pure troppo!). Invece al ritorno, l'aereo è arrivato ad Amsterdam alle 06:55 mentre il primo aereo per Roma partiva alle 07:00. Pertanto la nostra prenotazione non poteva che comprendere l'aereo successivo delle 12:40 con oltre 5 ore di attesa, che fortunatamente abbiamo speso a dormire nella lounge, ma che ci hanno completamente stonato. Morale: prendere ove possibile voli diretti. Quando non possiblile limitare i tempi di attesa nelle 2 ore tra arrivo e partenza.

 

Albergo a Chicago. Noi abbiamo optato per lo Springhill Suites, che è nella stessa strada del Pfeiffer. L'albergo è buono ed a prezzo accessibilissimo (75$ ex. tax) e non abbiamo avuto nessun problema a ricevere e conservare in frigorifero i pacchi vari. Unico problema è stato il far da mangiare, in quanto le suites non hanno fornelli (solo forni a microonde). Per far fronte alla situazione, ci eravamo portati da casa un fornello elettrico. A meno di non averne uno che va a 125 Vac, i fornelli commerciali qui da noi sono tutti costruiti per andare a 220 Vac. Andare a 117 Vac comporta avere circa ¼ della potenza disponibile ma noi avevamo fatto delle prove qui a Roma per vedere cosa potevamo ottenere. Alla fine con un fornello da 1KW siamo riusciti a far bollire un pentolino d'acqua per la pasta Tinkyada, e precedentemente a fare un sugo. Chiaramente i tempi di bollitura erano epocali (1 h per fare bollire l'acqua) ma alla fine ci siamo riusciti. Ovviamente ci eravamo portati le pentoline e l'adattatore per la spina. Morale: la prossima volta verificheremo se c'è un altro albergo ad un prezzo simile che offre la cucina compresa di fornelli. In ogni caso, il fatto di essere a 400m dal Pfeiffer non è stato molto di aiuto in quanto siamo andati sempre in automobile ed il traffico locale è molto accettabile anche nelle ore di punta.

 

Visita al Pfeiffer. Noi ci siamo presentati con il formulario diagnostico dell'ARI già compilato: prende un pò di tempo ma contiene molte più informazioni di quelle che ci ha chiesto la nurse. Inoltre abbiamo scritto un paio di paginette per descrivere la storia di Federico e ci siamo portati una copia di tutte le analisi fatte in passato. Ovviamente hanno tenuto tutto, con la speranza che possa servire in quanto erano tante pagine. L'uso dell'interprete poteva essere forse risparmiato se non fosse per il fatto che è servito a mia moglie che non è molto spigliata in inglese. Comunque la prossima volta si va senza. Tra i quattro medici al momento in servizio al Pfeiffer, a noi è toccato il Dr. Lewis. Circa sulla 40-ina, viene da uno stato interno (Utah?) dove condivideva uno studio medico con altri 3 dottori. Ha lasciato tutto quando avendo un figlio con AS, non è riuscito a trovare li le cure del caso. Avendo iniziato la visita alle 13:00, tra intervista iniziale e prelievi, abbiamo incontrato il Dr. Lewis intorno alle 17:00 il che non è stato forse un bene in quanto siamo andati in "zona Cesarini" (per quelli che non si intendono di calcio, intendo gli ultimi minuti prima della chiusura) e pertanto sono saltate per la fretta molte informazioni fondamentali sulla posologia dei supplemeni da dare a Federico. Non è stato un problema in quanto siamo rimasti anche i giorni seguenti per le analisi delle feci, ma è stato uno stillicidio di "ah... mi sono dimenticato di...". Morale: la preparazione è stata buona, ma la prossima volta l'incontro sarà di mattina e mi porterò una serie di domande alle quali dovrò trovare risposte. Inoltre niente interprete.

 

Tempo libero. Ovviamente, una volta fatte le visite, a Warrenville si muore di pizzichi! A parte la TV, con Cartoon Network che impera a tutte le ore, una volta ripresi dalla fatica del viaggio e dalla visita, siamo andati a Chicago. Per andare a Chicago la strada è semplice: seguire la I-88 East fino alla I-290 East e continuare dritti: si arriva così alla Michigan Av S che è un pò come la prosecuzione di via del Corso a Roma. Infatti seguendola verso Nord (cioè girando a sinistra arrivati all'incrocio) si attraversa il canale e si arriva alla Michigan Av N che è chiamata anche "Magnificent Mile" in quanto tutti i negozi più belli sono concentrati li. Attenzione a non farvi troppo male al portafogli in quanto con il dollaro basso, le occassioni sono davvero succulente! All'estremo Nord della Michighan Av. c'è il grattacielo Hancock con il 94° piano che può essere visitato. Noi abbiamo trovato una giornata perfetta e la vista era veramente impressionante sia sul lato lago che dal lato città. Consigliabile se non fosse per i prezzi osceni (in 4 abbiamo pagato circa 32 $). Alla base dello stesso grattacielo c'è un ristorantino niente male chiamato "Cheescake Factory" dove abbiamo mangiato benissimo, chiaramente in stile USA, ma a prezzi invece ragionevoli (abbiamo speso quanto per salire sull'ascensore!). Altro posto visitato, spostandosi però con l'auto è stato lo Shedd Acquarium. Questo si trova sul lungolago a sud della città ed è vicino al museo di storia naturale dove si trova conservato (così dicono) lo scheletro del dinosauro più grande mai ritrovato. Alla fine del viaggio mi sono reso conto che l'Avis mi aveva dato una guida per la città comprensiva di attrazioni per il tempo libero: verrà buona per la prossima volta e sono pronto a farne copie elettroniche se richiesto. Morale: la prossima volta ci attrezziamo meglio per il tempo libero.

 

Percorsi stradali. Mi sono fatto un po di mappe stradali che ho messo sul sito personale per condivisione con gli altri interessati. Sono state veramente utili e spero che lo possano essere anche per gli altri. Per visionarle, andare su http://xoomer.virgilio.it/francesca.gelardi/pfeiffer.htm