(articolo tratto da Ventosociale)
Roma - Esattamente un anno fa Franco Verzella, medico e presidente dell'associazione Dan!Europe, aveva annunciato la nascita di un centro di eccellenza italiano per combattere l'autismo che garantisse un approccio alla patologia multidisciplinare. A distanza di un anno è stato firmato un protocollo d'intesa per la realizzazione di un centro polivalente specializzato nella diagnosi precoce e la cura dell'autismo, che dovrebbe partire nella prima metà del 2009 al Bambin Gesù. Promesse prossime alla concretizzazione? Tutt’altro: tra i firmatari del patto siglato qualche giorno fa lo specialista che ha lanciato in Italia l'approccio biomedico alla sindrome non c’è.
Chi si è attivato per dare una risposta concreta, dopo le tante richieste di sostegno da parte di familiari di malati, è la Fondazione Handicap Dopo di Noi onlus, che in accordo con la dirigenza dell’ospedale pediatrico romano si fa garante dell’ampliamento della gamma dei servizi offerti dall'ospedale in favore dei bambini autistici e delle loro famiglie. L'autismo, infatti, spiega il prof. Alberto Zuliani, Presidente della Fondazione Handicap Dopo di noi, "è un problema acuto, sia in termini quantitativi (si stimano circa 10.000 persone autistiche nella sola Capitale), sia per il forte impatto della patologia sull'intero nucleo famigliare". "Come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico pediatrico della Santa Sede, all'attività clinica si affianca un'intensa attività di ricerca che certamente potrà conferire un ulteriore valore aggiunto alla collaborazione", sottolinea il prof. Giuseppe Profiti, presidente del Bambino Gesù. Struttura di cui un altro medico, il dottor Francesco Montecchi, responsabile dell'Unità operativa di Neuropsichiatria infantile, a proposito delle idee di Verzella aveva dichiarato: "Che l'esposizione ai metalli pesanti possa essere positivamente correlata con i disturbi dello spettro autistico non lo esclude neanche la medicina ufficiale. Per il resto non possiamo riconoscere e avallare una metodologia terapeutica che fino a oggi non gode di alcun riscontro scientifico né di evidenza clinica". "Ciò che più mi preoccupa" continua Montecchi "è l’eventualità che i genitori che scelgono di seguire questo nuovo tipo di cure possano incautamente sottovalutare l’importanza degli interventi più tradizionali e perdere così di vista i validi supporti terapeutici di cui attualmente la medicina dispone. Per quanto mi riguarda, seguo con molto interesse questi studi, anche se ritengo che un funzionamento alterato difficilmente possa essere recuperato del tutto, al punto tale da ‘cancellare’ la disabilità. Ai genitori che raccontano che loro figlio è guarito direi che sono felice. Al tempo stesso, però, chiederei di fornirmi tutti i riscontri scientifici e le evidenze cliniche del caso".
Bambini autistici, centro innovativo di diagnosi e cura (Articolo tratto da ROMASETTE) |
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L'iniziativa grazie al protocollo d’intesa siglato fra l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e la “Fondazione handicap: dopo di noi” da Agenzia Sir
Grazie al protocollo d’intesa siglato fra l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e la “Fondazione handicap: dopo di noi”, finalizzata alla realizzazione di interventi sociosanitari rivolti a persone, bambini e adolescenti con disabilità, nascerà a Roma un centro innovativo per la diagnosi precoce e la cura dell’autismo. Il Centro polivalente potrebbe essere operativo per la prima metà del 2009.
«L’autismo è un problema acuto – spiega Alberto Zuliani, presidente della suddetta Fondazione – sia in termini quantitativi (si stimano circa 10mila persone autistiche nella sola capitale), sia per il forte impatto della patologia sull’intero nucleo familiare. Numerose le richieste di aiuto da parte delle famiglie, alle quali la nostra Fondazione non poteva rimanere indifferente».
Per questo, prosegue, «grazie all’accordo con il Bambino Gesù, con alcune associazioni di genitori e con altri istituti, riusciremo a dare vita, per la prima volta in Italia, ad un Centro di eccellenza specializzato sulla sindrome autistica». Un percorso che «la storia, la missione del Bambino Gesù, l’impegno che anima quotidianamente i nostri medici e professionisti sanitari ci ha spinto a condividere - aggiunge Giuseppe Profiti, presidente dell’ospedale pediatrico della Santa Sede - per ampliare i nostri servizi e attività a favore delle famiglie di bambini autistici».
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Nascerà a Roma un centro contro l'autismo (Articolo tratto da DIREGIOVANI)
Roma - Esattamente un anno fa Franco Verzella, medico e presidente dell'associazione Dan!Europe, aveva annunciato la nascita di un centro di eccellenza italiano per combattere l'autismo che garantisse un approccio alla patologia multidisciplinare.
A distanza di un anno è stato firmato un protocollo d'intesa per la realizzazione di un centro d’eccellenza specializzato nella diagnosi precoce e la cura dell'autismo, che dovrebbe partire nella prima metà del 2009 al Bambin Gesù.
Promesse prossime alla concretizzazione? Tutt’altro: tra i firmatari del patto siglato qualche giorno fa lo specialista che ha lanciato in Italia l'approccio biomedico alla sindrome non c’è.
Chi si è attivato per dare una risposta concreta, dopo le tante richieste di sostegno da parte di familiari di malati, è la Fondazione Handicap Dopo di Noi – onlus, che in accordo con la dirigenza dell’Ospedale Pediatrico romano si fa garante dell’ampliamento della gamma dei servizi offerti dall'ospedale in favore dei bambini autistici e delle loro famiglie
L'autismo, infatti, spiega il prof. Alberto Zuliani, Presidente della Fondazione Handicap Dopo di noi, “è un problema acuto, sia in termini quantitativi (si stimano circa 10.000 persone autistiche nella sola Capitale), sia per il forte impatto della patologia sull'intero nucleo famigliare”.
“Come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico pediatrico della Santa Sede, all'attività clinica si affianca un'intensa attività di ricerca che certamente potrà conferire un ulteriore valore aggiunto alla collaborazione”, sottolinea il prof. Giuseppe Profiti, presidente del Bambino Gesù.
Struttura di cui un altro medico, il dottor Francesco Montecchi, responsabile dell'Unità operativa di Neuropsichiatria infantile, a proposito delle idee di Verzella aveva dichiarato: “Che l'esposizione ai metalli pesanti possa essere positivamente correlata con i disturbi dello spettro autistico non lo esclude neanche la medicina ufficiale. Per il resto non possiamo riconoscere e avallare una metodologia terapeutica che fino a oggi non gode di alcun riscontro scientifico né di evidenza clinica".
"Ciò che più mi preoccupa – continua Montecchi – è l’eventualità che i genitori che scelgono di seguire questo nuovo tipo di cure possano incautamente sottovalutare l’importanza degli interventi più tradizionali e perdere così di vista i validi supporti terapeutici di cui attualmente la medicina dispone. Per quanto mi riguarda, seguo con molto interesse questi studi, anche se ritengo che un funzionamento alterato difficilmente possa essere recuperato del tutto, al punto tale da ‘cancellare’ la disabilità. Ai genitori che raccontano che loro figlio è guarito direi che sono felice. Al tempo stesso, però, chiederei di fornirmi tutti i riscontri scientifici e le evidenze cliniche del caso”.
Altro articolo su DIREGIOVANI del 10 maggio 2007
In Italia il primo centro di eccellenza a livello europeo per combattere l'autismo
10 maggio 2007
ROMA - Nascerà in Italia un centro di eccellenza italiano per combattere l'autismo che garantisca un approccio alla patologia multidisciplinare. Ad annunciarlo, durante la presentazione del convegno dedicato all'autismo, Franco Verzella, medico e presidente dell'associazione Dan!Europe. "Considerato che l'autismo è una patologia multifattoriale - spiega Verzella - il trattamento clinico richiede un'impostazione multidisciplinare, come dimostrato dalla ricerca internazionale. In questa ottica, sarà realizzato in Italia un centro di eccellenza che utilizzerà una piattaforma informatica per sviluppare connessioni con tutte le Asl e avere così la possibilità di assistere direttamente a casa i pazienti senza costringerli a migrare in altre città. Si tratta del primo progetto del genere in tutta l'Unione europea".
Nel 1980 l'autismo era molto raro (un caso su 2000), ma negli ultimi 20 anni si è registrata una vera e propria epidemia: le ultime statistiche parlano di un caso su 150 nei bambini tra 0 e 12 anni. E, se si restringe la fascia d'età entro i 9 anni, l'incidenza sale a un caso su 87. L'approccio multidisciplinare adottato dal metodo Dan prevede un questionario per valutare le condizioni organiche e comportamentali e una serie di esami di laboratorio. Dopo la prima visita, il medico prescrive al paziente una dieta specifica che esclude alcuni alimenti "a rischio": glutine, caseina, soia, lieviti e zucchero. "Con la giusta dieta - afferma Verzella - è possibile recuperare rapidamente le condizioni organiche e comportamentali e si restituisce la parola ai pazienti che l'hanno persa. Una volta introdotta la dieta, si comincia la terapia per liberare i tessuti da quei metalli che hanno provocato un'intossicazione cronica".
(Est/Dire) |