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Autistici si nasce o ci si diventa? Stampa E-mail

Sono soltanto motivazioni scientifiche a far assumere posizioni diverse nel dibattito sulle cause dell’autismo?

Una delle questioni più dibattute in questi ultimi anni nel mondo dell’autismo, patologia in crescita esponenziale, riguarda le cause di tale affezione, soprattutto in termini di contrapposizione tra possibili fattori genetici, congeniti, ed altri, invece, acquisiti.

Più volte ci è sembrato di assistere al delinearsi di due veri e propri schieramenti, quello dei sostenitori di teorie esclusivamente “innatiste”, e quello di chi rimarca con particolare enfasi e decisione, il ruolo di fattori esterni all’organismo che, soprattutto in un periodo relativamente recente, si sono moltiplicati nel provocare danni di tipo tossico, metabolico, immunitario, e quindi intestinale, biochimico, neurologico.

Credo sia opportuno chiarire subito che l’esistenza di un ordine di fattori causali non esclude quella degli altri, e che la radicalizzazione delle posizioni degli opinionisti al riguardo, possa essere letta anche, almeno in una parte dei casi, in chiave speculativa, scientifica, emotiva, o peggio, economica.

Il mondo dell’autismo si è rapidamente arricchito di nuove conoscenze ed esperienze che hanno aperto allo stesso tempo grandi motivi di speranze di recupero, grandi delusioni e rammarichi, grandi occasioni speculative, grandi potenziali danni ad interessi economici.

Basti pensare, in quest’ultimo caso, alla questione danni da vaccino, il cui riconoscimento porta a ledere interessi economici inimmaginabili in termini di cifre e di politiche sanitarie mondiali.

Allo stesso tempo, rimanendo in tema di interessi economici, proviamo a rivolgere il pensiero a quanti, tra medici di diverse provenienze e correnti operative,lavorano per “disintossicare” gli organismi inquinati da farmaci e loro eccipienti dannosi, e colleghiamo ad essi altre industrie che producono farmaci preposti allo scopo, nonché farmacie che ancora oggi in modo quasi esclusivo producono, distribuiscono e vendono tali prodotti.

Nel novero delle premesse che possono aiutarci a comprendere quali fattori sono in grado di orientare determinate posizioni-opinioni in tema di patogenesi dell’autismo, vanno ricordati i numerosi casi di soggetti ormai adulti non più recuperabili, per almeno una parte dei quali c’è chi preferisce ripiegare sulla giustifica-alibi: genetico è sinonimo di inguaribile (affermazione contestabile, ma purtroppo ancora in voga), per cui meglio affermare che la causa dell’autismo sia solo genetica, così non vengono messe in crisi tante coscienze che potrebbero interrogarsi sul “che cosa invece si sarebbe potuto fare”.

Possiamo pertanto dedurre che interessi a sostegno di ipotesi patogenetiche di tipo esclusivamente genetico, siano quelli di chi subisce forti perdite dal riconoscimento dei danni da vaccino, altri prodotti farmaceutici, chimici, e inquinanti industriali in genere; così come, in termini non economici ma morali e psicologici, siano quelli di chi si sente più tranquillo e meno colpevole di mancati o intempestivi o inadeguati provvedimenti terapeutici che avrebbero invece potuto offrire un altro futuro al soggetto autistico.

Sull’altro fronte possiamo considerare più propensi a sostenere ipotesi patogenetiche di tipo acquisito, coloro i quali operano nel campo della disintossicazione e della “rimozione di rifiuti” chimici, tossici, metabolici… per i quali le teorie esclusivamente genetiche vanificherebbero il significato dell’intervento depuratore.

Quanto affermato può risultare indubbiamente odioso, imbarazzante ed irritante,tuttavia credo anche necessario per disporre di premesse obiettive che prendano nella dovuta considerazione elementi che pur non essendo certo puramente scientifici, costituiscono il motore di tante opinioni, correnti e teorie etichettate alfine come scientifiche.

Cercando dunque di sgombrare la mente da influenze di provenienze diverse,ma comunque interessate, credo si possa attualmente affermare che la sindrome autistica sia innanzitutto una patologia a genesi multifattoriale,alla cui origine si possano riconoscere sia fattori congeniti, ereditari, che eventi causali successivi.
A livello genetico, si può oggi affermare che ormai in tutti i cromosomi siano identificabili alterazioni geniche in grado di innescare direttamente o indirettamente sindromi autistiche.

Direttamente, come programmazione dell’esplosione della patologia; indirettamente, come creazione di un terreno che predispone -a livello
metabolico, immunitario, biochimico, ormonale- l’organismo ad essere più vulnerabile nei confronti di quelli agenti chimici, tossici, farmacologici… in grado di portare forti scompensi e di conseguenza il danno neurologico che fa da substrato alle manifestazioni autistiche.
Una sempre continua, attenta e disinteressata revisione e rivisitazione di tutti i possibili ordini di cause da parte degli operatori del settore, potrà e dovrà contribuire a mantenere sempre aggiornato e credibile il complesso e sempre aperto elenco dei fattori causali di questa patologia in continua evoluzione.

Massimo Borghese

tratto da http://www.salutare.info/pdf/43_9.pdf