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La Regione Veneto finanzia l'ABA per i bambini autistici

 

Per la prima volta in Italia l'ABA ottiene un sostegno pubblico. Il metodo americano per la cura dell'autismo, nonostante l'efficacia dimostrata dei suoi risultati, da noi non è inserito nel sistema sanitario. Però la Regione Veneto l'anno scorso ne ha ammesso per legge la rimborsabilità e quest'anno ha destinato un finanziamento


Il Comitato Genitori Autismo Veneto esulta nel salutare un evento che definisce storico: dopo che l'anno scorso la sua attività di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni regionali era sfociata in una modifica legislativa (dgr n. 4188/2007 sulla legge n. 6/1999) che inseriva l'ABA (Applied Behaviour Analysis, in italiano: Analisi Comportamentale Applicata) tra le cure rimborsabili non offerte dal sistema pubblico, quest'anno, con voto unanime, è stata data efficacia al testo normativo prevedendone il finanziamento con trecentomila euro. I fondi saranno destinati al rimborso parziale delle spese sostenute direttamente dalle famiglie per l'ABA, che dovranno spartire i trecentomila euro con i rimborsi previsti per le altre terapie elencate dalla legge.

L'ABA è uno strumento di riabilitazione non erogato dal sistema sanitario italiano, rivolto dagli anni Sessanta anche alle problematiche dell'autismo e delle diagnosi di disturbo pervasivo dello sviluppo grazie agli studi del dottor Ivar Lovaas dell'Università di Los Angeles. Mira a ridurre i comportamenti problematici e a favorire «la socializzazione, la comunicazione spontanea, il linguaggio espressivo e ricettivo, le autonomie personali e le abilità cognitive». La sua efficacia è dimostrata scientificamente e supportata dalle testimonianze dirette. Nel sito del Comitato Veneto, una donna italiana, Marta Revoltella, ad esempio, racconta: «mio figlio è fra quei bambini che sono riusciti ad uscire dalla malattia. Il neuropsichiatra (...) ha annullato la diagnosi dicendo che non sussistono più tutti gli elementi che l’avevano precedentemente determinata. (...) Dopo un anno e mezzo di lavoro posso dire che Giulio oggi, a parte un lieve ritardo di linguaggio, è a tutti gli effetti un bambino con le stesse abilità dei suoi coetanei, in tutti i campi. Deve ancora lavorare individualmente, ma da trenta ore di terapia ABA settimanale siamo passati a nove ore».

Negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei l'ABA è fornito dai servizi sanitari e dalle scuole. In Italia nel 2005 il SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza) lo ha definito la terapia d'elezione per l'autismo ma tale dichiarazione non ha ancora avuto conseguenze rilevanti nella pratica. La sanità pubblica non ha introdotto la terapia americana e anche nel privato mancano le figure specializzate in grado di praticarla. L'accesso alla cura è ad oggi ostacolato da tre ordini di problemi: la conoscenza poco diffusa dell'esistenza della terapia; la difficoltà nell'individuare specialisti preparati; la spesa economica molto consistente per affrontarla.

L'auspicio del Comitato Veneto è che la Regione continui il proprio cammino pioniere, studiando anche degli specifici percorsi di formazione con l'obiettivo di creare figure professionali in grado di praticare l'ABA.

(B.P.) 

 

 

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