Il silenzio degli invisibili - di Paola Emilia Cicerone |
Cosa accade quando i bimbi autistici diventano adulti? Per la medicina sono psicotici. Senza terapie. Ma qualcosa finalmente sta cambiando
Convinte che, se dall'autismo non si guarisce, migliorare la vita di chi ne soffre è possibile e doveroso. E che le istituzioni non possono ignorare il problema. "A soffrire di un disturbo autistico più o meno grave è una percentuale della popolazione che va dallo 0,5 al 6 per cento, a seconda del criterio utilizzato: un vero esercito di desaparecidos", denuncia Francesco Barale, ordinario di Psichiatria all'Università di Pavia e presidente della Fondazione genitori per l'autismo. Partendo da iniziative che servono a limitare la disabilità: oggi il 50 per cento circa degli autistici non parla - è una delle caratteristiche del disturbo, insieme alla difficoltà di relazioni sociali e ai comportamenti stereotipati - ma una diagnosi precoce potrebbe ridurre di molto questa percentuale. Il condizionale è d'obbligo perché il termine 'disturbi dello spettro autistico' riunisce persone con deficit cognitivo e grave mancanza di autonomia - il 70 per cento dei soggetti - e i cosiddetti autistici ad alto funzionamento o Asperger che hanno soprattutto problemi relazionali e comunicativi. E la risposta può venire dalla Rete: " Per chi soffre di disturbi dello spettro autistico, Internet è come il linguaggio dei segni per i sordi. Un modo per comunicare senza il vincolo della presenza fisica che è ansiogena", sostiene Enrico Valtellina, filosofo e ricercatore Asperger. Ecco allora il fiorire di blog che raccontano vite da autistici come Neurotipical are weird (i normali sono strani), Ballastexistenz (vite zavorra, un termine usato dai nazisti per definire i disabili), o l'italiano Nonavevoleparole. "Sarebbe sbagliato dare dell'autismo un'immagine edulcorata basata su personaggi come Temple Grandin, l'antropologa su Marte raccontata da Oliver Sacks, docente universitaria e scrittrice. I soggetti ad alto funzionamento sono solo il 3 per cento, le persone che riescono a sviluppare i propri talenti in modo socialmente accettabile come la Grandin una minoranza", precisa Cinzia Raffin direttore scientifico della Fondazione Bambini Autismo: "La maggioranza di queste persone ha gravi difficoltà - moltissimi soffrono di epilessia- che vanno rispettate e capite" . Per esempio aiutandole a muoversi in una società troppo caotica per loro: "A Firenze l'ospedale di Careggi ha istituito un percorso facilitato per disabili che hanno bisogno di esami clinici", spiega La Malfa: "Per gli autistici spesso è difficile accedere a programmi di prevenzione o anche a visite mediche". E molti dei sintomi più drammatici, come agitazione o autolesionismo, nascono spesso da malesseri fisici non riconosciuti, mentre i problemi frequenti di depressione sono legati a difficoltà di interazione con l'ambiente. Un tema affrontato dalla comunità Asperger, che chiede di vedere riconosciuta la propria neurodiversità, come prevede la convenzione Onu sui diritti delle persone disabili, appena ratificata dal nostro Paese. Resta la necessità di costruire quella che le associazioni chiamano realisticamente 'prospettiva dopo di noi': opportunità per chi anche da adulto, non potrà essere autonomo. In Toscana l'Associazione Agrabah ha avviato un progetto di Farm Community, un'azienda agricola con alloggio e un programma di lavoro assistito. Se ne parlerà il 17 aprile a Pistoia, in una giornata dedicata 'Alla scoperta del continente autismo'. "Vogliamo offrire ad adolescenti e giovani adulti un'attività lavorativa in un ambiente non stressante, che permetta loro di sviluppare le proprie potenzialità e quando possibile di raggiungere un certo grado di autonomia", spiega il presidente Ugo Caselli. Esperienze straniere mostrano già come l'ambiente agricolo possa essere adatto a chi soffre di autismo. In Italia il progetto toscano segue l'esempio virtuoso di Cascina Rossago, nata nel 2002 in Lombardia. "La cascina offre ai suoi ospiti attività significative, che aiutano a costruire un'identità: c'è il gruppo degli stallieri e quello dei tessitori, produzione e scambi commerciali", spiega Barale: "Nell'autismo l'inclusione sociale in sé non è produttiva, bisogna creare un ambiente regolato come quello della cascina, un contenitore organizzato e prevedibile. Che aiuta chi fa fatica a creare modelli anticipatori, ed è allarmato da ogni novità". Per gli Asperger la maggiore difficoltà è quella di gestire le interazioni sociali. "In questo caso, più che di riabilitazione si dovrebbe parlare di mediazione culturale", osserva Barale. Per superare difficoltà non immediatamente percettibili, "come il sovraccarico sensoriale, la fatica di confrontarsi con situazioni nuove, di capire le aspettative altrui, di porsi dei limiti, o rientrare in un programma di studio o lavoro", spiega Valtellina. Negli Usa fioriscono manuali che insegnano agli Asperger come affrontare il college o una riunione tra amici, con istruzioni come "chiedi alle persone come stanno, anche se non ti interessa saperlo". A Milano il Gruppo Asperger ha creato Lem, una cooperativa di lavoro che crea siti Internet, e lo Spazio Nautilus, un centro culturale e ricreativo rivolto anche ai giovani del quartiere popolare dove nasce. |
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