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Organizzarsi per l'ABA Stampa E-mail

L'ABA (Applied Behavioral Analysis) è un programma riabilitativo che usa il metodo Lovaas nel contesto di un intervento intensivo (dalle 20-25 alle 40-45 ore settimanali). Dato l'enorme mole di lavoro che si dovrà affrontare, le varie componenti che dovranno collaborare in modo sinergico, è opportuno organizzarsi in una maniera adeguata.
Questo l'elenco delle cose da fare per iniziare e sostenere un intervento ABA efficace.

1) PREPARARE LA STANZA
2) PREPARARE I RINFORZI
3) PROCURARSI IL LIBRO DI CATHERINE MAURICE
4) INCOMINCIARE CON I PROGRAMMI BASE
5) SELEZIONARE LE TERAPISTE
6) FORMARE LE MAESTRE E L'INSEGNANTE DI SOSTEGNO
7) IL P.E.I.
8) LA RIUNIONE SETTIMANALE TRA GENITORI, INSEGNANTI E TERAPISTE
9) IL WORKSHOP
10) I PROBLEMI
11) COME ORGANIZZARSI PER LA GENERALIZZAZIONE E LA SOCIALIZZAZIONE
12) L'INTENSITA'

 

PREPARARE LA STANZA

Individuare nell'ambiente dove vive il bambino una stanza adatta per svolgere i programmi. Procurarsi un tavolinetto adatto all'altezza del bambino e due seggioline anche queste di dimensioni ridotte in modo che bambino e terapista stiano alla stessa altezza e possibilmente di fronte. La stanza deve essere libera da distrazioni (es. posters, fotografie, quadri, oggetti etc...). Deve inoltre essere illuminata in maniera adeguata e deve essere attrezzata di contenitore per i rinforzi.

PREPARARE I RINFORZI

Individuare gli oggetti che stimolino interesse nel bambino, oppure cibi preferiti, oppure situazioni che lo gratificano molto (es. un abbraccio con tanti baci etc..). Gli oggetti che predilige vanno usati esclusivamente come conseguenza alla risposta positiva al comando, cioè solo in terapia. Via via questi oggetti, perdendo d'interesse andranno sostituiti con altri. Questo aggiornamento sarà continuo finchè il bambino non comincerà a prediligere il rinforzo sociale (apprezzamento del genitore, terapista o insegnante). Il rinforzo è di FONDAMENTALE importanza. Rappresenta soprattutto all'inizio la motivazione attraverso la quale il bambino lavora. Il moderno metodo Lovaas prevede solo il rinforzo positivo. Questo è un grosso sollievo per i genitori che non vedono più i propri bambini sottoposti ad uno stress e ad una frustrazione enorme, però d'altra parte richiede una gestione efficace dei rinforzi ed un certo impegno economico per procurarseli.

PROCURARSI IL LIBRO DI CATHERINE MAURICE

Si può acquistare on line Intervento precoce per bambini con autismo. Un manuale per genitori e specialisti  oppure scaricare da genitoricontroautismo A Work in Progress

INCOMINCIARE I PROGRAMMI BASE

Se si ha già preparato la stanza, i rinforzi, il libro e invece non si ha la disponibilità del supervisor, si può cominciare comunque a fare qualche cosa.  Il principio base della terapia è la corretta sequenza RICHIESTA= RISPOSTA= CONSEGUENZA

REGOLE GENERALI
1) ottenere l'attenzione del bambino, se non è attento aspettare prima di dare l'istruzione
2) Dare sempre una conseguenza alla sua risposta: "No" oppure il premio, eccetto per il linguaggio verbale, dove il premio è incondizionato
3) Dare il rinforzo il più velocemente possibile e variarlo ogni volta che il bambino non mostra più interesse per quel premio
4) Non permettere al bambino più di due insuccessi, poi aiutarlo
5) Finire la sessione con un successo
6) Dire "vieni" e battere sulla sedia per cominciare
7) Dire "finito" quando la sessione è terminata e soltanto se è seduto correttamente
8) Quando il bambino fatica ad essere concentrato :
- Usare un compito di risveglio prima del compito che è l'obiettivo della sessione
- Tenere sessioni molto brevi interrotte da pause piuttosto lunghe
- Enfatizzare il rinforzo
- Essere veloci a cogliere la sua attenzione per dare l'istruzione
- In ogni caso mantenere le regole
9) Finire quando nel bambino si accende il desiderio per quello che sta facendo!

Come primo programma si può cominciare con l'imparare a fare stare seduto il bambino. Quello che potrebbe sembrare impossibile, in bambini iperattivi come spesso sono i nostri, è invece un traguardo raggiungibile anche dal neo terapista a patto che riesca a seguire la sequenza corretta RICHIESTA=RISPOSTA=CONSEGUENZA
Esempio:
Terapista: seduto
Bambino: non vuole stare seduto
Terapista: ripete il comando e lo forza a sedersi aiutandolo fisicamente.
Bambino: si siede seppur costretto;Terapista: velocemente lo premia; fine sessione, infatti la sessione si deve sempre concludere con un successo. Ripetere il comando finchè il bambino non lo masterizza (ciò non lo acquisisce stabilmente).

In alcuni programmi è possibile aiutare il bambino con un prompt (aiuto fisico). Non è invece possibile intervenire con il prompt nell'imitazione verbale ed in genere nel linguaggio espressivo. Altri programmi possono essere l'aumento del contatto visivo o l'imitazione (es. battere le mani, toccare la testa, battere i piedi etc...). In quest'ultimo caso si può aiutare il bambino con un prompt, cioè se deve battere le mani si prendono le sue mani e lo si aiuta a batterle dopodichè si premia.

SELEZIONARE LE TERAPISTE

E' necessario selezionare con scrupolo le future terapiste in quanto il rapporto con il bambino sarà così intenso che eventuali problemi derivanti da scarsa attitudine o poca passione nel lavoro emergeranno sicuramente. Le qualità di una terapista debbono essere pazienza, dolcezza, fermezza, onestà, disponibilità e puntualità. Tutte queste caratteristiche sono ugualmente importanti e fanno capire come non sia facile selezionare una brava terapista. E' consigliabile un periodo di prova prima di investire tempo e denaro nella loro formazione.

 

FORMARE LE MAESTRE E LE INSEGNANTI DI SOSTEGNO

Se con le terapiste abbiamo possibilità di scelta per quanto riguarda gli insegnanti della scuola dobbiamo comunque fruire di quello che ci offre la scuola. Soprattutto gli insegnanti di sostegno possono cambiare molto di frequente, quindi si pone il problema ad ogni cambio di una nuova formazione. E' pertanto consigliabile coinvolgere in prima persona il dirigente scolastico, metterlo al corrente del percorso terapeutico che si sta svolgendo e della parte riabilitativa che deve essere attuata a scuola. E' bene sottolineare la progressività del metodo e l'importanza iniziale di un lavoro 1/1 molto intensivo. Su questo punto è necessario insistere molto, facendo anche parlare il dirigente con la supervisor in modo da rendere consapevole il personale scolastico della validità del metodo e della progressività dei programmi. Il problema più comune è che gli insegnanti tendono a far partecipare il bambino autistico nelle attività di gruppo, quando ancora il bambino non ha i prerequisiti per farlo. L'esperienza insegna che è opportuna molta diplomazia, ma comunque molta determinazione nel cercare di rendere consapevoli e partecipi gli insegnanti all'ABA.

IL P.E.I.

Il piano educativo individualizzato viene elaborato dal neuropsichiatra dall'assistente sociale, dagli insegnanti e dai genitori. E' importante che nel P.E.I. venga considerato l'ABA come programma riabilitativo prioritario. Se il bambino evidenzia grosse carenze nel linguaggio si può integrare ai programmi ABA anche la logopedia.

LA RIUNIONE SETTIMANALE TRA GENITORI INSEGNANTI E TERAPISTE

Affinché il metodo sia efficace c'è bisogno di una completa coerenza sia nei momenti di terapia sia quando il bambino si trova nell'ambiente naturale. Ciò significa che settimanalmente la squadra dovrà controllare a vicenda il proprio lavoro cercando di eliminare quei comportamenti e quegli atteggiamenti non coerenti alle regole.
Esempio: Se al bambino si richiede di stare seduto così dovrà essere sempre. Nessuno potrà di propria iniziativa farlo lavorare in piedi. Infatti così facendo il bambino tende a generalizzare un comportamento scorretto ed quindi a mettere in difficoltà anche gli altri terapisti.

IL WORKSHOP

Il workshop serve in una prima fase a far apprendere il metodo alla famiglia ,alle terapiste ed agli insegnanti da un lato, ed a valutare le abilità del bambino dall'altro. A seguito di questa valutazione si ottiene un quadro specifico dei comportamenti di un bambino, in modo da decidere quali condotte andranno potenziate e quali ridotte attraverso l'intervento.

I PROBLEMI

I problemi che potrebbero verificarsi sono molteplici. Il più comune è il rifiuto del bambino a lavorare in terapia. La cosa che va chiarita è che in generale, il genitore anche se deve conoscere il metodo, non è il più adatto per il ruolo di terapista. Molte volte pur NON USANDO MAI IL RINFORZO NEGATIVO, si deve ricorrere ad una lotta di volontà, che alle volte può essere anche estenuante ma che non deve assolutamente essere persa dal terapista. Il bambino deve capire che non ha alternativa rispetto la sequenza RICHIESTA=RISPOSTA=CONSEGUENZA. L'importante è che quando si intraprende una lotta del genere si sia ben sicuri che la causa del comportamento del bambino non dipenda da un nostro (e per nostro si intende di tutto il team) errore e che ci sia poi il tempo sufficiente a disposizione per portare a termine in maniera vittoriosa la lotta. La stessa logica va usata nell'ambiente naturale. Se pensiamo di fare una richiesta e poi non aver il tempo per vincere una resistenza alla nostra richiesta allora è meglio soprassedere. Molte volte altri problemi insorgono quando non si introducono con la necessaria gradualità i cambiamenti e non si premia il risultato minimo. Non bisogna mai avere troppa fretta, il Lovaas è un metodo molto strutturato che se ben applicato risolve praticamente tutti i problemi. Ma non in fretta!

COME ORGANIZZARSI PER LA GENERALIZZAZIONE E LA SOCIALIZZAZIONE

Lo scopo, ovviamente, è quello di trasferire le abilità acquisite con il lavoro 1/1 nelle situazioni e nell'ambiente naturale. A questo proposito è importante il comportamento dei famigliari anche al di fuori della terapia. Ad esempio un bambino che comincia a dire qualche parola dovrà dire "vieni" al posto di prendere per mano e tirare. Lo strumento migliore per la socializzazione è la scuola. E' a questo punto che si potrà attingere a piene mani dalla professionalità delle insegnanti. Si partirà prima con l'inserimento graduale in piccoli gruppi che via via diverrano sempre più numerosi. Allo stesso modo nel tempo libero bisognerà cercare di organizzare piccoli gruppi con gli amichetti in modo che possa giocare e socializzare.

L'INTENSITA'

Intensità significa far si che il bambino lavori in terapia per 6-7 ore al giorno possibilmente per 7 giorni settimanali (anche se normalmente ci si concede un giorno di riposo) senza alcuna vacanza. Il concetto è che il cervello del bambino non va in vacanza e che il bambino al di fuori della terapia non apprende. Per questo motivo il periodo più difficoltoso sia dal punto di vista organizzativo che da quello di vista economico è quello estivo. E' consigliabile organizzare la copertura del periodo estivo in anticipo, anche per avere un calendario preciso di quando le terapiste andranno in vacanza. L'intensità è anche la cartina di tornasole della bontà del lavoro. Se l'approccio metodologico è sbagliato, se i programmi sono insufficienti o se sono sviluppati con insufficiente fantasia, il bambino si blocca, perde la voglia di far terapia. Ecco perché, come dicevo prima, va valutata con attenzione la scarsa volontà di lavoro da parte del bambino. Ci sta mettendo alla prova? Sta facendo i capricci? Oppure non si sta operando adeguatamente? Una buona terapista dovrebbe essere in grado di districarsi in queste situazioni e "spremere" il bambino per