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Storia di Luca Print E-mail

Vogliamo darvi il benvenuto tra noi con la storia di Luca, scritta da sua madre.

La storia di Luca è dedicata a tutti i genitori che hanno un bambino con una diagnosi che può rientrare in quello che viene definito "spettro autistico", cioè autismo, tratti autistici, distrurbo relazionale, disturbo generalizzato dello sviluppo e molte molte altre definizioni simili.
E' un messaggio di speranza per tutti, una storia di dolore, lacrime, ma anche di consapevolezza, gioia e trionfo.
Il mio piccolo Luca è il protagonista, Luca che ha tanto sofferto, che ha combattuto e che a 7 anni è riuscito a vincere il mostro Autismo.
La storia iniziale è simile a quella di tantissimi bambini con la sua stessa diagnosi: i primi anni sono stati difficilissimi per noi genitori e soprattutto per lui, che ha dovuto patire tante sofferenze fisiche e ha dovuto tollerare un mondo che gli appariva distort, incomprensibile, ostile.

Luca è stato un bambino molto dolce e molto passivo, ma a tratti si trasformava e faceva capricci terribili e immotivati, che duravano anche per ore. Non giocava coi giochi, non era interessato se non a oggetti che mettevano suoni o luci. Poteva passare delle ore a far roteare gli oggetti, a correre in tondo, a guardare l'acqua che usciva dal rubinetto, ad aprire e chiudere le porte, ad accendere e poi spegnere le luci. Era affascinato dai treni e dalle cose che si muovevano, come ventilatori e lavatrici; era terrorizzato da alcuni rumori, come quello dell'aspirapolvere, del frullatore e del rasoio elettrico. A tre anni diceva qualche parola, ma non sapeva dire nè si nè no, non chiedeva, non chiamava, non rispondeva se era chiamato.
Quando Luca iniziò la scuola materna, il confronto coi coetanei fu drammatico: capii che Luca non aveva solo "un carattere particolare" come avevo sempre pensato, ma che c'era qualcosa...ma non sapevo, non immaginavo cosa: Luca era intelligente, di questo ne ero sicura perchè lo dimostrava...ma cosa c'era allora? Perchè all'asilo si stendeva sul banco, perchè non ascoltava, perchè non era interessato come gli altri alle costruzioni e ai giochi, perchè, perchè, perchè??? Perchè se gli facevo una domanda annaspava, si sforzava, ma non era in grado di rispondermi?
Ne parlai col pediatra, che fino allora aveva sminuito i miei timori, ma stavolta ero seria, fin troppo seria e spaventata...non potette non prendermi in considerazione. Così mi consigliò di rivolgermi a una psicologa della ASL della mia città e di fare una visita da un neuropsichiatra infantile da lui stimato. L'appuntamento era previsto per il giorno del compleanno di Luca, ma il neuropsichiatra mi disse di godermi il compleanno del bambino e di vederci il giorno dopo. Così ci presentammo da lui che osservò un pochino Luca, cercò di fargli qualche domanda, di interagire con lui, parlò con noi genitori e concluse che sicuramente il bambino NON era autistico (perchè, qualcuno forse aveva avanzato questa ipotesi?) e che era importante avere una diagnosi esatta, per poter iniziare eventualmente i dovuti trattamenti nel più breve tempo possibile.
Tre mesi dopo riuscimmo ad ottenere un appuntamento nel "migliore" centro italiano, un grosso ospedale di neuropsichiatria infantile. Ci fu detto che sarebbe stato necessario un ricovero di circa tre-quattro giorni, ma quando arrivammo ci dissero che occorrevano almeno due settimane per riuscire a dare una valutazione del bambino.ORA so che i 15 giorni d'inferno trascorsi rinchiusi in quel lager sono stati completamente inutili, e che per ottenere una diagnosi sarebbe bastata qualche ora di osservazione specializzata. Purtroppo allora non lo sapevo. Ho davanti a me la cartella clinica giornaliera del centro:

1° giorno, colloquio coi genitori;

2°,3° e 4°giorno NIENTE;

5° giorno, prelievo di sangue;

6° giorno: esame oculistico;

7° giorno, consulenza genetica;

8° giorno, osservazione psicologica;

9° giorno, niente; 10° giorno, niente;

11° giorno elettroencefalogramma;

12° giorno, consulenza logopedica......poi niente fino al 15 °giorno.


Credo che questa "tabella" si commenti da sola: per poche ore di valutazione totale io e Luca siamo stati costretti a fare questa esperienza traumatica, chiusi in una struttura fatiscente e inadatta ai bambini; non c'erano, come avevo immaginato prima di arrivarci, stanze allegre e colorate, sale pieni di giochi didattici, ma personale stanco e scostante. Ai bambini era vietato entrare nella sala mensa dove avrebbero dovuto mangiare i genitori, così eravamo costretti a chiedere un favore al vicino di stanza e recarci a turno a mangiare. L'illustrissimo primario appariva in visita due volte a settimana, entrava nelle stanze, ascoltava le poche parole dei medici che seguivano i pazienti e annotava tutto su un block notes. La prima settimana li sentii dire che pensavano per Luca a un PDD-NOS; il giorno prima delle dimissioni parlarono di SINDROME FG. Sindrome FG? E cos'era?? Nel pomeriggio mi rivolsi alla dottoressa di turno e le chiesi cosa fosse questa sindrome. Mi rispose che, spiacente, ma non era autorizzata a parlarne. Cercai su Internet, i sintomi erano: grave ritardo mentale, orecchie a sventola, bocca aperta e lingua pendente, stitichezza...Ah si! Ora capivo! La stitichezza! Qualche giorno prima Luca aveva fatto la visita dal genetista del centro, un uomo maleducato e scortese, che lo aveva guardato, lo aveva fatto mettere nudo come nei campi di concentramento e aveva segnalato "lievi note dismorfiche" (Luca è un bambino bellissimo e fisicamente perfetto). Poi mi aveva fatto alcune domande, tra le quali una appunto sulla stitichezza, sulla quale aveva insistito per sapere se ci fosse qualche altra persona in casa che ne soffrisse. A quel punto avevo OSATO fargli una domanda "Scusi dottore, come mai mi chiede della stitichezza?" (allora NON sapevo che i problemi collegati allo spettro autistico avessero cause e sintomi fisici/organici, non sapevo che l'intestino fosse gravemente coinvolto in questa patologia). Il dottore fu sconvolto dal mio tanto ardire....sollevò infastidito e stupefatto gli occhi e mi rispose "Mah...solo curiosità...". "CURIOSITA'???" sottolineai; "SI, CURIOSITA'" rispose indispettito, e la cosa finì lì, con le assistenti che da dietro mi facevano segno di lasciar perdere.
Il giorno delle dimissioni l'equipe medica però sembrava aver dimenticato per Luca la diagnosi di FG ( patologia che, ho scoperto dopo, era STATA "INTRODOTTA" E STUDIATA IN iTALIA PROPRIO DAL GENETISTA DEL CENTRO, CHE AVEVA TANTA VOGLIA DI POTER FINALMENTE DIAGNOSTICARE qualche bambino con questo applellativo). A me e mio marito lessero un incomprensibile referto medico in cui parlarono di "distrurbo generalizzato dello sviluppo" con note depressive. Ci dissero che il nostro "percorso" sarebbe stato lungo e faticoso, che avremmo dovuto fungere da "contenitore emotivo" per le crisi di rabbia di nostro figlio che, sicuramente, sarebbe diventato aggressivo e violento col passare degli anni, e che ciconsigliavano PSICOTERAPIA (magari di gruppo, molto più moderna) e terapia farmacologica antidepressiva. Ricordo che non capii granchè della relazione che ci lessero, piena di giri di parole che significavano nulla, e che alla fine del colloquio chiesi cosa io materialmente potessi fare per aiutare Luca: potevano consigliarmi qualche lettura, qualunque cosa????? "Mah, signora...", mi disse la neuropsichiatra, "cosa vuol leggere...è inutile...si, ci son tanti metodi, c'è il teacch, c'è il portage...ma non perda tempo nelle letture....".
Chiesi quale potesse essere la previsione migliore, qualora mio figlio, ancora piccolo, avesse avuto uno sviluppo buono. La risposta fu: "Se migliora, e se riesce a recuperare, potrebbe anche arrivare ad avere una minima attività lavorativa". Alzò gli occhi al cielo sospirando, poi con un mezzo sorrisetto "SE...AH, MAGARI!!" come a dire, non vi illudete, non accadrà mai.
Fino a quel momento non avevo capito la gravità di quello che Luca potesse avere, non l'avevo nemmeno sospettato. A sentire quelle parole...il mondo sembrò fermarsi. Mi sentii pesante, le orecchie mi fischiavano, avevo voglia di vomitare, ma non riuscivo a emettere nessun suono. Sentii che le dottoresse e mio marito continuavano a parlare, con delle voci che riuscivo a malapena a sentire. Mio marito cercò debolmente di obiettare: forse il bambino è troppo piccolo per una condanna così pesante...E la dottoressa: "Ma la letteratura ci dice che...blablabla...". Riuscivo solo a concentrarmi sul fatto che non dovevo assolutamente vomitare, che dovevo resistere, mi salutarono, non riuscii nemmeno a guardarle in faccia. Entrammo subito in macchina e ripartimmo per casa. Piansi tutto il viaggio, Luca vomitò, parenti e amici che mi chiamavano per conoscere l'esito, Luca piangeva.....Non voglio che cresca, pensavo, Dio fà che il tempo si fermi adesso, che lui non cresca e rimanga solo il mio piccolo angelo biondo di tre anni, che non debba soffrire............
Quanta sofferenza inutile! Se avessi saputo allora come invece sarebbero andate le cose...
Il giorno dopo andai dalla mia pediatra. "Psicofarmaci? a un bambino di tre anni? a Luca? Ma che se li prendessero loro", mi disse. Neanche io e mio marito avremmo mai voluto darli a Luca, così decidemmo di iniziare i trattamenti migliori offerti in Italia. Ci rivolgemmo ad un centro di riabilitazione, dove Luca fece per molti molti mesi psicomotricità: questo era quanto veniva offerto. Chiaramente la situazione rimase quella che era. Nel frattempo iniziai affannosamente a leggere tutto il leggibile sull'argomento; trovai solo spiegazioni psicogenetiche, fino a che non mi imbattei in un sito internet in cui iniziai a leggere di cure biomediche, di implicazioni intestinali, di candida, diete senza glutine e caseina, deficit di vitamine......così telefonai ai genitori responsabili del sito, che mi indicarono un'associazione di Roma, Pianetautismo, che aveva importato in Italia un "nuovo" trattamento comportamentale americano che sembrava fosse moderno ed efficace. Chiamai immediatamente. Quella fu la telefonata che ci cambiò la vita, la telefonata grazie alla quale Luca si è salvato.
I genitori che mi risposero al telefono, Marina e Francesco, avevano vissuto negli Stati Uniti e lì avevano avuto la possibilità di conoscere i migliori trattamenti disponibili al momento. La prima telefonata durò più di tre ore: ricevetti una valanga di informazioni, quasi tutte nuove per me. Conobbi quali sono i problemi fisici dei nostri bambini: intestino rovinato, la necessità di effettuare una dieta senza glutine e caseina, problemi metabolici, immunitari, metalli pesanti e mercurio che avvelenano i bambini, difetti nella metilazione e nel ciclo di krebs......L'importanza di alcuni supplementi nutrizionali coma B6 e magnesio, TMG, enzimi digestivi... Seppi dell'importanza della riabilitazione comportamentale precoce (ABA), delle analisi da fare, del movimento DAN! creato da Bernard Rimland, di questi medici esperti nelle varie branche (tossicologia, gastroenterologia, immunologia) che si riunivano per mettere a disposizione degli altri le nuove conoscenze e della crezione di un protocollo di valutazione biomedica dell'autismo con alcuni esami specifici e sofisticati per valutare cosa non funzionasse nel corpo dei nostri figli.... Marina e Francesco mi aiutarono in tutto, nell'inizio della dieta, nelle analisi, in tutto.
Dopo due giorni Luca era già a dieta GFCF. Dopo due mesi iniziò l'ABA.
Gli inizi della dieta furono difficili: Luca ebbe (come ci aspettavamo) una "crisi d'astinenza", una volta eliminati glutine e caseina che nel suo corpo si trasformavano in peptidi oppioidi e gli creavano dipendenza. Passò circa 3 settimane a piangere e gridare, era nervoso: era segno che la dieta funzionava. Dopo il periodo di malessere iniziale iniziò a migliorare lentamente... la cosa più positiva fu che smise di avere continui mal di pancia e di essere stitico! Erano passati 3 mesi dall'inizio della dieta quando decidemmo di iniziare l' ABA, una terapia comportamentale intensiva che utilizza un metodo specifico di insegnamento a tavolino con il sistema dei rinforzi. Con l'aiuto di Marina e della sua associazione che si occupa di questo, vennero a casa nostra per valutare Luca, spiegarci il metodo e assegnarci il programma una psicologa norvegese (della scuola del Prof. Eikeset) accompagnata, come collaboratrice e traduttrice, da una psicologa romana. Restarono con noi tre interi giorni, osservarono Luca nel suo ambiente e all'asilo e ci spiegarono come lavorare (le regole sono precise).Ci consigliarono il manuale con gli esercizi da usare, ci diedero il programma, spiegarono che tutti, genitori, nonni, maestre (chiedemmo e ottenemmo miracolosamente il sostegno a tempo pieno), terapisti ...tutti coloro che avevano a che fare con Luca dovevamo attenerci alle stesse linee guida. Fu un miracolo: il sistema funzionava in maniera strabiliante. Le ore assegnateci furono 45 a settimana (la asl ce ne garantiva 6, di cui 3 di psicomotricità relazionale e 3 di logopedia). E' stato molto difficile: io e mia sorella, che mi ha accompagnato in questo percorso, siamo dovute diventare terapiste e abbiamo dovuto studiare: ore di notte a ricercare materiale, tradurre i manuali in inglese, implementare i programmi. Abbiamo addestrato qualche neolaureata in psicologia perchè ci aiutasse e si, lo ricordo come un periodo di duro lavoro: eravamo sfinit, io consumata dalla fatica, dal sonno, dalla responsabilità. Ci hanno aiutato anche i miei nipoti e figli di amici dal momento che la terapia prevedeva anche l'utilizzo di bambini più grandi per imparare a giocare (area quella del gioco molto deficitaria in Luca), ma ce l'abbiamo fatta: in un anno abbiamo completato il programma (i controlli erano inizialmente ogni 3 mesi, poi ogni 6... che emozione quando Luca faceva gli esami ... quando il nostro e il suo lavoro veniva valutato ...che gioia sapere che andava sempre meglio ....sempre meglio ....). I momenti felici sono stati tanti: siamo partiti da zero, poi la gioia del primo NO, la felicità della prima frase, della prima domanda, del primo indimenticabile PERCHE', la prima storia che ha inventato... ma potrei raccontare per ore anche delle difficoltà, del non sapere come fare, del non sentirsi all'altezza, adeguata, potrei descrivere la stanchezza, anche fisica... ore accanto a lui...sempre in piedi, sempre allegri e attivi (l'apprendimento dipende molto dal MODO di porgersi del terapista), sempre pronti ad aiutare, senza perdere la pazienza davanti agli infiniti errori, senza disperarsi per gli insuccessi.

Luca certo migliorava, ma la situazione era ben lontana dall'essere positiva. Il tempo passava e io non ero tranquilla, sapevo che potevo fare di più, sapevo che erano a disposizioni efficaci cure biomediche negli USA e che Luca aveva il diritto di essere curato. Per un piccolo periodo (qualche mese) provai a seguire la strada che credevo giusta senza andare negli Usa, e mi rivolsi a un medico che si avvaleva di trattamenti omeopatici usando qualcuno dei supplementi che sapevo essere utili. Ma Luca peggiorò, i valori del suo sangue, sempre "sballati", lo divennero ancora di più, era stanco, aveva freddo, faticava anche a camminare....Finalmente mi decisi, anche se tardi. Mi informai su quale fosse il miglior centro americano con medici DAN!, preparai i passaporti e partimmo per Chicago, anche se era gennaio e le temperature lì in quel periodo sono polari, ma non volevo perdere un solo, preziosissimo giorno. Fu la migliore decisione della mia vita. Avevo un pò di paura: questa era per me l'ultima spiaggia; cosa fare se le cure non avessero avuto nessun effetto? Ma dovevo provare, qualunque minimo ulteriore miglioramento sarebbe stato una gioia e se non ce ne fossero stati, almeno avrei avuto la coscienza a posto nel dire che avevo provato tutto quello che c'era da fare.
Al centro Pfeiffer i medici ci fecero due ore di domande specifiche e i prelievi per tutte le analisi necessarie per valutare gli squilibri biochimici di Luca. Sospettarono per lui la pirroluria (distrurbo dell'emoglobina che causa deficit di zinco e B6). Tornammmo a casa e dopo qualche settimana ricevemmo i risultati, i commenti e un trattamento specifico individualizzatoDalle analisi venne fuori che Luca aveva:
- pirroluria altissima
- elevate istamine e problemi di SOTTOMETILAZIONE
- deficit di zinco
- scorretto rapporto rame-zinco
- sindrome da malassorbimento
- avvelenamento da metalli pesanti
Tutto quello che avevo letto essere tipici ritrovamenti delle analisi di questi bambini era presente; guardavo e riguardavo le analisi e tutti i valori sballati...povero bimbo mio, quanto dolore, quanta sofferenza...e dire che in Italia gli era stata prescritta psicoterapia: come può la psicoterapia normalizzare queste malattie fisiche??
Iniziammo il trattamento. Non credevamo ai nostri occhi: i cambiamenti fisici e comportamentali erano strepitosi; Luca divenne allegro, ingrossò mettendo massa muscolare (usavamo gli enzimi per il malassorbimento), il colorito grigio divenne roseo, le occhiaie scure sparirono, il linguaggio e soprattutto i capricci migliorarono, imparò a colorare, a scrivere, a leggere parole semplici. Il mio pediatra guardò le analisi stupefatto e mi disse che non aveva mai visto niente di simile: da allora mi appoggia incondizionatamente e so che a una coppia di genitori ha consigliato di andare nello stesso centro americano.
Dopo 6 mesi tornammo a Chicago per la visita di controllo e nuove analisi. Nel frattempo Luca stava per iniziare (in regola) la prima elementare, ma io ero insicura, non credevo potesse farcela. Insieme all'inizio della scuola ci fu però l'inizio dei nuovi trattamenti datici dopo ulteriori analisi, e questo fece una grandissima differenza. Ecco un messaggio scritto nel nostro forum da me proprio in quei giorni in cui riporto un messaggio scrittomi da una nonna americana che si congratulava con me:

Lacrime di gioia

We cry tears of joy right with you today.
These fantastic words, are why we are here everyday and so grateful
to hear of children doing so well.
We have one grandchild recovered, one on his own
slow way back....
Never give up, for sure!
Blessings,
Ann

"Anche noi oggi abbiamo pianto dalla gioia insieme a te .
Le tue meravigliose parole sono il perchè siamo qui ogni giorno, e siamo grati di sentire di bambini che vanno così bene.
Sono la nonna di un ragazzo guarito (15 anni) e uno (7 anni) sulla via....
Non arrendersi mai! "

Questo è un messaggio di risposta che ho avuto oggi da una nonna americana, dopo aver inviato un messaggio in cui raccontavo la mia esperienza di ieri che voglio condividere anche con voi.
Ieri sono andata a prendere Luca da scuola. E' uscito per mano alla sua insegnante di sostegno, che voleva parlarmi . Mi ha detto: "Questo bambino....questo bambino è.....ma aspetta, vuole dirtelo l'insegnante della classe"
E arrivata la sua insegnante, " Volevamo dirtelo insieme, Luca ci stupisce ogni giorno. Per come è bravo, per come è attento e preciso, per come segue e riesce bene in tutto. Luca è un bambino normale, è un bambino che non è diverso dagli altri. Non solo, il suo impegno è unico, non vuole smettere di lavorare nemmeno se è stanco, vuole riuscire. E riesce bene. Anche il suo comportamento con gli altri è normale, parla e risponde e gioca. Questo bambino è normale".
Non ho capito più niente e sebbene non abbia una grande confidenza con la maestra, non ho resistito: l'ho abbracciata forte e le ho dato un bacio. E poi ho iniziato a piangere, dolcissime lacrime di gioia, mentre accarezzavo i capelli del mio angelo......
Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutata ad arrivare a questo.....e grazie a Luca per la felicità che mi ha dato
Baci a tutti

 

Mi sembrava di vivere un sogno, di camminare su una nuvola: Luca migliorava sempre di più e i suoi cambiamenti erano davvero vicini alla "normalità"!! Luca ora aveva i suoi amici preferiti, faceva sport, riusciva a scuola e parlava, parlava. Arrivò il suo compleanno; ecco come lo raccontai ai genitori del forum:

Qualche settimana fa è stato il compleanno di Luca. Non avevo mai festeggiato "veramente" il suo compleanno. Anzi, ogni compleanno rappresentava un altro anno passato, non un'occasione per festeggiare, solo un'occasione di dolore...e cosa avevo mai da festeggiare? Ma quest'anno no!
Avreste dovuto vederlo, come ha voluto scegliere tutto, ma soprattutto come era insieme ai suoi compagni... grande.
Ho avuto anch'io delle ore davvero felici, mentre lo guardavo: "uno di loro"! E sentire i commenti degli amici mentre giocavano a Harry Potter alla playstation (era il migliore) "Vai Luca così !!!!!!" gli facevano tutti, tutti a fare il tifo e a soffrire con lui finchè non sono riusciti a superare il livello..........lui era il più abile!

Ed è la stessa cosa che provo a scuola: i suoi amici hanno fatto a tocco per chi debba sedersi con lui: le maestre hanno dovuto fare così per non scontentare nessuno. E i suoi amici sono i bambini più bravi e più maturi della classe... lo adorano. E lui adora loro. Li guardavo stamattina all'entrata a scuola: ridevano, chiacchieravano, giocavano e io mi chiedevo: "Ma è vero o sto sognando? Ma quello è proprio Luca ?"

Mi piacerebbe tanto tornare allo Stella Maris..dove tempo fa ebbe ebbe una diagnosi e peggio ancora una prognosi davvero infausta. Mi piacerebbe dirgli: "Ecco signori, vi presento mio figlio, osservatelo bene e sappiatelo che se oggi lui è così è perché NON ho assolutamente ascoltato i vostri nefandi consigli".
Non è escluso che un giorno o l'altro lo faccia davvero!
Ciao,

E così mi rispose mia sorella, la zia di Luca:

"....lo StellaMaris ....quanti terribili ricordi... 15 giorni interminabili, lontana da mia sorella e Luca ricoverato a Pisa. Le telefonate tra me e mia sorella, telefonate piene della sua angoscia, del mio dolore ....
Parlano, mi diceva mia sorella di un disturbo generalizzato, la prima volta che sentivo quella parola.
Mia sorella mi gridava la sua voglia di prendere Luca e fuggire da li, io le dicevo di resistere, dobbiamo sapere, dicevo... e poi l'ultimo giorno... la diagnosi... non può guarire... chissà se raggiungerà le autonomie essenziali.....è molto grave... farmaci antidepressivi... solo tre anni... tre anni e nulla da fare.
No, la nostra esperienza non è fatta solo dei momenti di gioia e di successo di cui vi parliamo ora. E' fatta anche del momento in cui rividi mia sorella di ritorno da Pisa, in cui i nostri occhi pieni di autentico terrore si incontrarono, di quando Luca che non mi vedeva da 15 giorni mi passò davanti senza riconoscermi: chiamavo il suo nome, ma lui non mi vedeva, non mi sentiva. Io per lui non esistevo! E' fatta del momento in cui giurai che ce l'avremmo fatta, in cui giurai a mia sorella che avremmo insieme trovato il modo, insieme....
"Guarda chi c'è!"... dice Luca quando vede ora i suoi amici, e gli corre incontro, li abbraccia, si mette a chiaccherare con loro e progetta il suo pomeriggio. E io dico "BRAVE!!... gli abbiamo insegnato proprio bene; e gli dico "BRAVO"... hai imparato magnificamente....SEI UN GRANDE!!!
E lo Stella Maris: oggi ho visto che il suo staff partecipa ad un convegno; ecco di che parleranno:

Trattamento farmacologico nei bambini con disordini pervasivi dello sviluppo
Pharmacological treatment in children with pervasive developmental disorders
Gabriele Masi
Istituto di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza
IRCCS Fondazione Stella Maris
Università di Pisa

Psicoterapia: epicrisi del passato prospettive future
Psychotherapy: epicrisis of the past, and future perspectives
Filippo Muratori, R. Tancredi, S. Maestro, C. Floriani
IRCCS Stella Maris, Università di Pisa

PSICOFARMACI... PSICOTERAPIA: proprio cosa ci avevano consigliato per il nostro adorato Luca... psicoterapia!
Si, per fortuna che non li abbiamo ascoltati.....Per fortuna.

 

Agli inizi della seconda elementare abbiamo fatto, per curare l'ipersensibilità uditiva di Luca, un ciclo di AIT (potete leggere tra i nostri dcumenti in cosa consiste): Luca FINALMENTE è meno sensibile ai rumori!

Negli ultimi mesi sono successe tante cose. Finalmente abbiamo un medico DAN! italiano, finalmente non siamo costretti ad andare negli Usa per le analisi e i trattamenti! Luca, migliorato/curato/recuperato/guarito (ha importanza la parola?) ha iniziato, grazie al dr Verzella, l'ultimo trattamento che gli mancava: la chelazione. Con la chelazione stiamo tentando di eliminare dal suo corpo i metalli pesanti, che avevano distrutto il suo intestino, le attività enzimatiche, il ciclo di krebs, danneggiato il sistema immunitario e quello nervoso.Credevo che Luca non potesse migliorare più di quanto non avesse già fatto....ma mi sbagliavo! Siamo al quinto mese e le cose vanno a gonfie vele. Luca è trasformato e sta perdendo ogni piccolo "residuo". Le sue analisi sono quasi completamente normalizzate. Mangia tutto e con appetito. E' cresciuto tanto in peso e altezza. Ma i cambiamenti sono profondi e radicali a livello di "normalità dei comportamenti". Normalità dei discorsi. Normalità nei desideri. Normalità nei movimenti. NORMALITA', come si può descrivere?

Luca progetta il suo futuro, dice che vuole sposarsi e avere un bambino da grande; scherza, ride, fa battute; parla come una trottola. E' una gioia starci insieme: si sente grande, ha voglia di crescere, è così intelligente e pronto, a scuola prende il massimo dei voti.

Luca, ce l'abbiamo fatta: siamo riusciti nell'impossibile. Eri destinato a un futuro infelice e ora sei qui, davanti ai miei occhi, un bambino orgoglio dei suoi genitori. Luca, tutta la famiglia insieme è riuscita ad avverare quella promessa: l'autismo ora per te è solo un brutto ricordo.

Ora pensa solo a vivere e a essere felice... te lo meriti!