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Barbania - un articolo di GCA Stampa E-mail
Autismo:una storia di cattiveria, una storia di solidarietà
 
Barbania. I genitori di un bambino di nove anni al centro di una triste vicenda. Diritti infranti e calpestati, coniugati con  la crudeltà dell'indifferenza.Un fatto di cronaca che ha spaccato in due l'opinione pubblica.
 

 

 

 

Non si sono placate le polemiche nel paese di Barbania, in provincia di Torino, che ha avuto gli onori della cronaca nazionale dopo la vergognosa ordinanza del sindaco che ha vietato il parcheggio  al papà di un bambino autistico.

Un parcheggio davanti alla scuola elementare, che consentiva a L., nove anni, di aver accesso all'istituto senza troppe storie. Perchè chi conosce l'autismo sa che questi piccoli, spesso diventano ingestibili in luoghi aperti e per facilitare la fase dell'ingresso a scuola, ai genitori era stato concessa la sosta in area riservata ai disabili. Un 'privilegio', che non era andato giù ad un gruppetto di mamme, che hanno deciso di protestare e di chiedere al sindaco la revoca di quella 'concessione' .

 

E così, nei giorni scorsi, il primo cittadino di Barbania che conta circa 1500 abitanti, ha emesso un'ordinanza imponendo un divieto che ha spaccato in due l'opinione pubblica del piccolo centro torinese. 'Quel parcheggio è stato visto come un modo di sfruttare la malattia di nostro figlio - ha spiegato Lina Scrimenti, mamma di L. e di altri due bambini - è terribile constatare ancora tanta ignoranza sull'autismo.

 

Quelle mamme, le prime che avrebbero dovuto comprendere il nostro dramma familiare, mi hanno urlato che mio figlio può camminare e quindi, quella sosta nell'aerea allestita davanti alla scuola proprio per venire incontro alle difficoltà del mio bambino, sarebbe un' ingiustizia a dispetto di chi i figli li deve accompagnare a piedi.Come se a me e mio marito facesse piacere parcheggiare in un'area per diversamente abili, come se noi non fossimo i primi a soffrire per questa 'anormalità'.

 

Il caso di Barbania ha scatenato polemiche infinite, ma non ha portato alla resa i coniugi Scrimenti che non hanno alcuna intenzione di mollare. 'Siamo stati emarginati - ha continuato Lina, una mamma combattiva e fiera del suo L. - mio figlio non può andare a scuola con il normale bus e non vogliono capirmi. In questi giorni, il mio bambino è costretto a stare a casa perchè lui per primo sta piangendo le conseguenze di quanto sta avvenendo attorno a lui. L'altra mattina, quando ha visto il parcheggio transennato, con tanto di vigili e carabinieri davanti, la sua reazione è stata violentissima.Questi bambini sono ossessivamente abitudinari e spezzare la routine lo ha destabilizzato mandandolo in uno stato confusionale e ansioso. Io e mio marito abbiamo vissuto attimi terribili, che, nonostante il male che stiamo ricevendo, io non auguro a nessuno.

 

C'era L. che cercava di passare ed i vigili che gli dicevano con tono severo:'Tu non puoi andare là. Abbiamo deciso di fare ricorso al Tar per ottenere la revoca dell'ordinanza del sindaco. Faremo di tutto per sostenere un nostro diritto, che ignorantemente viene scambiato per un privilegio'.

La storia di Antonio e Lina Scrimenti è simile a tante altre.La scoperta dell'autismo del loro primogenito non ha mai fatto perdere la gioia di vivere a due genitori che non hanno mai smesso di lottare.'Convivere con l'autismo di un figlio - racconta con la voce rotta dal pianto Lina Scrimenti - è una prova durissima.

 

Mio figlio non è verbale e la nostra quotidianità è condizionata dai suoi problemi. Spesso, abbiamo avuto la solidarietà di chi ha voluto aiutarci, come quando pur di farci frequentare la Messa della domenica, il parroco ci è venuto incontro chiudendo le porte della Chiesa durante la funzione religiosa. Sono gesti importanti per noi, slanci che non ci fanno sentire soli, nonostante il dramma dell'autismo.A tutte quelle mamme che come una barriera umana si sono volute schierare davanti alla scuola come segno di protesta, urlando davanti a tutti che non avevamo bisogno di quel posto riservato perchè il mio L. è in grado di camminare, non auguro il mio stesso dolore.

 

Chiedo però di informarsi prima di parlare perchè , per pura ignoranza, non si rendono conto della gravità di affermazioni che lacerano il cuore. Loro non sanno quante volte ho desiderato che mio figlio, piuttosto che essere compromesso in ogni sfera, sociale, verbale, sensoriale, mentale, etc, avesse solo un problema motorio. La sua e la nostra vita sarebbe stata più semplice e qualitativamente migliore'.

 

Qualcosa però è cambiato. “Non piango più. Ieri ho incontrato due angeli che mi hanno aperto la porta della loro associazione, promettendomi sostegno legale e morale. Ora più che mai non ho intenzione di cedere i diritti di mio figlio alla crudeltà umana travestita da burocrazia tout cour” .Voglio esprimere uno speranzoso grazie a questa Onlus di genitori di bambini autistici, un’associazione che nulla ci chiede ma intende solo dare. Ciò che riceveremo sarà tramutato in amore per il nostro figliolo'.E conclude:

 

'Adesso vogliono le nostre scuse perchè avremmo offeso le mamme del paese.Inoltre, vogliono che raggiungiamo un accordo mandando nostro figlio a scuola in un orario diverso dal solito.Non cederemo ad un compromesso che sacrifichi minimamente il nostro L.'

 

I fatti sono questi, fatti di genitori che si ritrovano intorno una Onlus che combatte per i diritti dei disabili e lo compie ogni giorno. Non la conoscevamo, non sapevamo dove cercarla, ma l’abbiamo trovata, anzi ci è venuta incontro, esattamente come dovrebbe avvenire nei comportamenti dei cosiddetti “normali”, o delle nostre “normali istituzioni”. Nulla ci viene regalato, nulla ci viene riconosciuto finanche quando è un nostro diritto.   

 

 

Natalia Bandiera per Genitoricontroautismo.org