E' stato pubblicato da The Lancet un nuovo studio che dimostra che l'esposizione chimica a sostanze tossiche industriali (piombo, methylmercurio, arsenico, ecc) danneggia il cervello nei feti e nella prima infanzia causando disturbi quali l'autismo, l'iperattività o il ritardo mentale. E' la prima volta che anche il mondo scientifico e la stampa italiana danno credito alla relazione tra fattori ambientali e disordini dello sviluppo, finora ritenuti esclusivamente di origine genetica. Ecco alcuni articoli: Ansa L'inquinamento distrugge i cervelli - 2006/11/08 10:50 Un bimbo su 6 rovinato per sempre Boston - Nel mondo è in corso una pandemia silenziosa dovuta ai composti chimici inquinanti che causano problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini. Problemi che si possono poi trasformare in disturbi anche gravi come l'autismo, l'iperattività o il ritardo mentale. È l'allarme lanciato dai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston che hanno fatto la lista nera delle sostanze potenzialmente tossiche: circa 202. Per ora. Si stima per esempio che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra il 1960 e il 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che quest'esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di un'intelligenza notevole). Al contrario è invece aumentato il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo lavoro. I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi ma finora solo di pochi si hanno dati certi sugli effetti nocivi per la salute. Tra l'altro è stata sempre trascurata la questione dell'esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute soprattutto per i più piccoli. Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi tutti riguardanti il sistema nervoso. Questo accade perché, dallo sviluppo fetale fino a tutta l'adolescenza, il cervell o è particolarmente vulnerabile e basta poco per corrompere il suo naturale percorso di sviluppo. Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come la sindrome da iperattività e deficit d'attenzione (ADHD) o di malattie neurologiche come l'autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell'intelligenza del bambino. I ricercatori americani hanno stilato una lista di 202 sostanze potenzialmente pericolose ma, avvertono gli esperti, studi su animali dimostrano che questa lista potrebbe diventare molto più lunga. Come se non bastasse anche laddove la tossicità sia ben documentata - come per i primi cinque composti nella lista ( metil-mercurio, PBC, piombo, arsenico) - "non si interviene con una regolamentazione adeguata che protegga i bimbi", osserva Grandjean. E pensare che "Il cervello dei nostri piccoli è la risorsa economica più preziosa che abbiamo". Ansa Corriere della Sera: Sempre meno intelligenti per l'inquinamento. Per i ricercatori di Harvard le sostanze tossiche avrebbero causato il crollo delle capacità cognitive nei bimbi a partire dai nati nel '60 BOSTON (USA) - Sempre meno intelligenza in circolazione. Non è una amara constatazione che attinge a un luogo comune, ma una seria ipotesi scientifica. Nel mondo infatti sarebbe in corso una pandemia silenziosa dovuta a composti chimici inquinanti che causano problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini portando a disturbi comportamentali quali l'autismo o l'iperattività, sino anche al ritardo mentale. ALLARME - È l'allarme lanciato sulla rivista britannica «The Lancet», dai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston che hanno stilato la lista nera delle sostanze potenzialmente tossiche, finora composta da 202 voci ma non esaustiva. Si stima per esempio che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra 1960 e 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che quest'esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di un'intelligenza notevole) e aumentato invece il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo enorme lavoro in cui è stata passata in rassegna tutta la letteratura scientifica mondiale sull'argomento. I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi ma finora solo di pochi si hanno dati certi sui loro effetti nocivi per la salute e comunque è stata sempre trascurata la question e dell'esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute soprattutto per i più piccoli. DISTURBI DELLO SVILUPPO - Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi tutti riguardanti il sistema nervoso. La preponderanza di disturbi del sistema nervoso non è casuale, si deve al fatto che, sin dallo sviluppo fetale fino a tutta l'adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile e basta poco per corrompere il suo naturale percorso di sviluppo. Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come la sindrome da iperattività e deficit d'attenzione (ADHD) o di malattie neurologiche come l'autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell'intelligenza del bambino. I ricercatori americani hanno esaminato in maniera sistematica tutti i dati disponibili sulla tossicità chimica per identificare i composti chimici di uso comune nelle industrie che sono più a rischio di causare disturbi dello sviluppo del cervello. LISTA - Ne è uscita una lista di 202 sostanze ma, avvertono gli esperti, studi su animali dimostrano che questa lista potrebbe raggiungere le tre cifre, col risultato che milioni di bambini nel mondo sono oggi «vittime» ignare di un'epidemia silenziosa. Purtroppo è ancora molto il lavoro da fare per salvaguardare la salute dei bambini: bisogna adottare il principio di precauzione per cui ogni sostanza chimica va rigidamente regolamentata e, solo se in seguito se ne dimostri l'innocuità, la regolamentazione può farsi meno stringente. Quest'approccio si comincia ad usare in Europa ma è ancora sottovalutato in Usa. E come se non bastasse, osserva Grandjean, anche laddove la tossicità sia estesamente documentata come per i primi cinque composti nella lista (metil-mercurio, PBC, piombo, arsenico) non si interviene poi con una regolamentazione adeguata che protegga i bimbi. REGOLE - Solo su piombo e mercurio ci sono delle regole volte a proteggere i più piccoli, denuncia Grandjean, per gli altri 200 nella lista, noti agenti tossici per il cervello, non esiste alcun regolamento a misura di bambino. I contaminanti industriali quindi sono causa di un'epidemia silenziosa, concludono gli esperti, già responsabile di problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini nel mondo. Un'epidemia silenziosa perchè si tratta di problemi subclinici, ma il suo impatto è enorme: deficit di sviluppo cerebrale significano ridotte capacità (e quindi produttività) per gli adulti di domani. «Il cervello dei nostri bimbi è la risorsa economica più preziosa che abbiamo - conclude Grandjean - dobbiamo adottare iniziative di salute pubblica che lo proteggano». La Repubblica Oltre 200 sostanze chimiche nocive hanno provocato un boom di disturbi cerebrali e dello sviluppo I ricercatori di Harvard: "E' una vera e propria epidemia silenziosa, ne soffre un minore su sei" "Bimbi meno intelligenti con l'inquinamento" Risultati shock da uno studio medico Usa I problemi più ricorrenti sono autismo, sindrome da iperattività e deficit d'attenzione Secondo gli autori della ricerca pubblicata da "Lancet" bisogna adottare subito regole più severe ROMA - Sono quanto mai allarmanti i risultati del più vasto studio mai condotto sugli effetti dell'inquinamento nello sviluppo cerebrale dei minori. La ricerca, effettuata da un gruppo di ricercatori americani della Harvard School of Public Health di Boston e pubblicata sulla rivista medica britannica The Lancet, giunge a conclusioni drammatiche.
Si stima ad esempio che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra il 1960 e il 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che quest'esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di un'intelligenza notevole) e aumentato invece il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo enorme lavoro in cui è stata passata in rassegna tutta la letteratura scientifica mondiale sull'argomento. I composti chimici inquinanti, sottolinea ancora lo studio, causano problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini portando a disturbi comportamentali quali l'autismo o l'iperattività sino anche al ritardo mentale. I medici della Harvard School hanno individuato ben 202 voci, ma purtroppo non si tratta di una lista definitiva. I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi ma finora solo per pochi si hanno dati certi sui loro effetti nocivi per la salute e comunque è stata sempre trascurata la questione dell'esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute soprattutto per i più piccoli. Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi tutti riguardanti il sistema nervoso. La preponderanza di disturbi del sistema nervoso non è casuale, si deve al fatto che, sin dallo sviluppo fetale fino a tutta l'adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile e basta poco per corrompere il suo naturale percorso di sviluppo. Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come la sindrome da iperattività e deficit d'attenzione (ADHD) o di malattie neurologiche come l'autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell'intelligenza del bambino. Milioni di bambini nel mondo, avvertono gli studiosi nella loro ricerca, sono oggi vittime ignare di "un'epidemia silenziosa". "Silenziosa" perché si tratta di problemi subclinici, ma il cui impatto è enorme: deficit di sviluppo cerebrale significano ridotte capacità (e quindi produttività) per gli adulti di domani. Un flagello che potrebbe essere combattuto, suggeriscono ancora gli autori dello studio, innanzitutto adottando il principio di precauzione per cui ogni sostanza chimica va rigidamente regolamentata e, solo se in seguito si dimostra che è innocua, la regolamentazione può farsi meno stringente. Quest'approccio si comincia ad usare in Europa, che è sul punto di approvare la normativa REACH, ma è ancora sottovalutato negli Stati Uniti. A rendere la situazione ancora più grave c'è poi il fatto che si fa troppo poco anche per limitare la diffusione di quelle sostanze unanimemente riconosciute come nocive, a cominciare da metil-mercurio, PBC, piombo e arsenico. Solo su piombo e mercurio ci sono delle regole volte a proteggere i più piccoli, denuncia Grandjean, per gli altri 200 nella lista, noti agenti tossici per il cervello, non esiste alcun regolamento a misura di bambino. I contaminanti industriali quindi sono causa di un'epidemia silenziosa, concludono gli esperti, già responsabile di problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini nel mondo. "Il cervello dei nostri bimbi è la risorsa economica più preziosa che abbiamo - conclude Grandjean - dobbiamo adottare iniziative di salute pubblica che lo proteggano". L'articolo di The Lancet è scaricabile a questo link Università che hanno partecipato allo studio: a. Institute of Public Health, University of Southern Denmark, Odense, Denmark b. Department of Environmental Health, Harvard School of Public Health, Boston, MA, USA c. Department of Community Medicine, Mount Sinai School of Medicine, New York, NY, USA d. Department of Pediatrics, Mount Sinai School of Medicine, New York, NY, USA |
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Cari amici e sostenitori dell'ARI, sono passate tre settimane dalla morte del dr.Rimland. Articoli sul Los Angeles Times, New York Times, Time Magazine e molri altri giornali hanno descritto il suo lavoro instancabile che è durato quasi 50 anni; inoltre genitori e medici da tutto il mondo hanno scritto il loro personale tributo al dr Rimland sul sito dell'ARI. Se ne avete la possibilità, vi invito a leggerli e se lo sentite, ad aggiungerne di vostri. Il prossimo mese questi messaggi verranno eliminati dal sito e stampati come libro alla memoria del dr Rimland. Come potete immaginare, queste settimane sono state difficili per tutti noi dell'ARI. Sono stato amico del dr Rimland per 30 anni, e da 20 ho lavorato strettamente insieme a lui; quando la sua malattia ha iniziato a progredire abbiamo passato insieme ogni giorno, per la maggior parte del tempo parlando di quale sarebbe stato il futuro dell'ARI. Ora, come direttore dell'ARI, la mia missione è quella di seguire quanto fatto dal dr Rimland, ovvero di ampliare il campo delle ricerche e dei trattamenti sull'autismo il più velocemente possibile. Il dr Rimland era molto gratificato dal vedere tanti bambini stare meglio e qualche volta guarire con le terapie sviluppate coi suoi sforzi. L'ARI continuerà questo e troverà tutti i modo possibili per aiutare quanti più bambini possibile a sconfiggere realmente questa malattia. L'ARI continuerà a sovvenzionare "la ricerca che fa la differenza", dicendolo al modo del dr Rimland. Per la fine dell'anno avremo sovvenzionato con più di mezzo milione di dollari ricerche che valutano i trattamenti attuali e ne sviluppano di nuovi. Continueremo anche a sponsorizzare due o più think-tanks annuali per riunire i più importanti scienziati della ricerca sull'autismo e aumentare lo sviluppo e la diffusione di trattamente efficaci e scientificamente basati. Inoltre stiamo facendo uno sforzo per raggiungere posti in USA e in tutto il mondo in modo da disseminare il concetto che "l'autismo è trattabile". Il programma DAN! dell'ARI continuerà a essere una priorità. La Commissione Esecutiva del DAN! si riunirà presto per programmare il corso del 2007 e oltre. Il nostro piano è di continuare ed espandere la rivoluzione di ricerca e trattamento DAN! che il dr Rimland ha iniziato nel 1995 insieme ai dr Baker e Pangborn. In questi anni il dr Rimland mi diceva spesso che lui non sarebbe mai morto. Aveva ragione - il suo pensiero, il suo spirito e la sua passione nell'aiutare il più gran numero di bambini vivranno per sempre. Noi ci assicureremo che sia così. Qualcuno di voi potrebbe non conoscere la mia storia professionale dedicata alla ricerca e al trattamento dell'autismo.Ho sentito che qualche genitore mi confonde con un medico che ha il mio stesso nome. Quindi ho pubblicato il link biografico per chi volesse saperne di più su di me. [http://www.AutismWebsite.com/SteveEdelson_PhD.pdf] Vi sarei immensamente grato del vostro supporto per aiutarmi a continuare la missione del dr Rimland. Best Regards, Steve Edelson, Ph.D. Director, Autism Research Institute 4182 Adams Avenue San Diego, CA 92116 USA Questa la biografia di Steve Edelson
Stephen M. Edelson, Ph.D Seguendo l'insegnamento del Dr. Rimland
Accettando il ruolo di direttore dell'ARI, sono consapevole di - parafrasando Isaac Newton - "essere sulle spalle di un gigante". Il dr.Rimland ha rivoluzionato il campo dell'autismo, portando speranza ad un intero mondo di bambini una volta definiti "senza speranza". Lui è stato il mio mentore, il mio collega, il mio migliore amico, e ha influenzato ogni fase del mio lavoro - letteralmente - dall'età in cui ero un adolescente. Il mio interesse per l'autismo risale al 1977, quando, studente universitario presso la UCLA, lavorai direttamente con il dr.I.Lovaas. La terapia comportamentale era evidentemente un trattamento efficace per i bambini autistici, ma io ero interessato a capire i problemi biomedici che stavano alla base dei loro comportamenti: trattare i problemi quindi, più che trattare i comportamenti derivati da questi problemi. Iniziai a leggere la piuttosto scarsa letteratura sui problemi biomedici nei bambini con autismo, ed ebbi l'opportunità di esaminare le cartelle mediche di più di 100 bambini autistici che facevano riferimento al Camarillo State Hospital. Feci visita a questi bambini per più di un anno, accompagnato dalla brillante pediatra Dr. Elsie Yarbrough. In quel periodo scissi molti appunti teorici sui vari argomenti, incluso il comportamento autoaggressivo, che è una forma di autostimolazione; o ancora: la possibile correlazione tra serotonina e comportamenti autistici; e ancora: l'ipossia, così come gli anestetici somministrati durante il parto, può causare autismo. Poiché l'interesse del dr.Lovaas era incentrato sul trattamento dei comportamenti, non sapeva che farsene delle mie idee non-comportamentiste. Quindi, mi presentò ad un suo amico: Bernard Rimland. Avevo letto tutto il possibile dei suoi articoli, ed ero spaventato della possibilità di poter avere con lui una discussione sull'autismo (Ho ancora la lettera di presentazione scritta dal dr.Lovaas) Quando incontrai per la prima volta il dr.Rimland avevo solo 19 anni. Discutemmo del possibile ruolo della formazione reticolare nell'autismo (una delle sue prime teorie) e mi diede una copia firmata del suo libro del 1964: "Autismo infantile". A lui piaceva molto la mie idee sull'autismo e mi incoraggio a pubblicare i miei tre studi. Alla fine, il mio documento sulla autoaggressività venne pubblicato sul "American Journal of Mental Deficiency" e presentai i miei due altri lavori ad una conferenza di professionisti. Fui orgoglioso dell'entusiasmo del dr.Rimland dei tentativi di una giovane ricercatore, e fui sbalordito della sua disponibilità a trascurare i suoi impegni per assistere me. Quando arrivò il momento di scegliere il corso di laurea, sia Rimland che Lovaas pensarono che avrei scelto un'area di studio diversa dall'autismo, sapendo che poco esisteva di letteratura medica a riguardo. Mi iscrissi all'università dell'Illinois a Champaign-Urbana e studiai "cognizione" ( memoria, formazione dei concetti, strategie di azione...). Rimland, un' inguaribile fonte di idée, mi presentò Temple Grandin in quel periodo. Stava scrivendo il suo primo libro "Definizione di autismo", ed era una studentessa laureata all'università dell'Illinois. Come due vecchi compagni, ci ritrovammo spesso a pranzare o cenare insieme discutendo delle ultime scoperte sull'autismo. Quando arrivò il momento di discutere la mia tesi di laurea ritornai alle mie "radici": apprendimento di classificazione e discriminazione nell'autismo. Poiché stavo frequentando un corso di laurea, ci scrivemmo o ci sentimmo almeno una volta al mese con il dr.Rimland. Andai in visita alla mia famiglia a Los Angeles, poi andai a trovarlo, a San Diego. La sua casa divenne la mia seconda casa, e lui non si stancava mai nell'ascoltare le ipotesi di un giovane laureato, anche se in verità era un vero esperto nel suo campo. Dopo la laurea, chiamai il dr.Rimland dicendogli che sarei tornato a los Angeles. Lo stesso giorno che lasciai l'Università il Dr . Rimland lasciò la marina militare: aveva sempre lavorato come ricercatore per tutto il tempo e tutto quello che aveva fatto sino ad allora per l'autismo lo aveva fatto di sera, o durante i week-end. Ricordo che questa coincidenza, Rimland la definì come un segno venuto "dall'alto". Ritornato a Los Angeles, insegnai per quattro anni al Pitzer College (uno dei Claremont Collages) nel sud della California. Insieme a due dei miei migliori studenti, Rachel Firemark e Susan Kelso, sponsorizzai ogni sei mesi una conferenza sull'autismo. Il dr.Rimland era sempre invitato e contemporaneamente veniva organizzata una mostra per esporre le creazioni di suo figlio, Mark Rimland. Sempre in questo periodo, insieme al dr.Rimland collaborammo a diversi progetti, tra i quali la la valutazione di centri e cliniche nell'area di Los Angeles; sviluppammo un sistema high-tech al computer per insegnare ai bambini autistici, e iniziammo ad analizzare i dati in possesso dell'ARI sull'efficacia dei trattamenti. Arrivai in Oregon alla fine degli anni '80, e da allora lavorai costantemente con il dr.Rimland: aprimmo un centro a Newberg (che poi si è trasferito a Beaverton). . Questo centro è attualmente la sede dell'ARI, con il proposito di condurre ricerche e studi. Le nostre ricerche comprendono anche il controllo dell'efficacia dell'AIT, del Training visivo, dell'HBOT. Abbiamo condotto studi sulla presenza di funghi quali Candida Albicans nell'autismo, sull'uso della DMG, del secrepan (una forma di secretina), fisiologicamente correlata con l'autoaggressività, inoltre abbiamo condotti studi sui test di intelligenza. Sono sempre stato impressionato dagli scopi della ricerca del dr.Rimland, dalla sua determinazione nel seguire ciò che dicono i genitori, su ciò che dicono i ricercatori di solito meno ascoltati. Molte loro indicazioni e suggerimenti sono oggi alla base dei trattamenti che stanno guarendo migliaia di bambini autistici. Per molti anni, il dr.Rimland mi ha parlato degli importanti lavori di Sid Baker, M.D., di Jon Pangborn Ph.D. Quando iniziammo l'organizzazione del DAN!, mi chiese di assisterlo nel progetto. I dr. Rimland, Baker e Pangborn guidarono i primi due giorni del meeting DAN!, e questo fu un giorno di svolta per l'autismo. Fu un gran privilegio partecipare a quel meeting, essere insieme in quello che io considero il più gran passo in avanti nella storia della ricerca sull'autismo da quando il solo Rimland aveva distrutto la teoria della madre-frigorifero. Con il dr.Rimland abbiamo lavorato a molti altri progetti, come il libro "Recovering Autistic Children" (bambini autistici guariti) e molti articoli di ricerca; la pubblicazione di "Autism Research Review International";il mantenimento del sito ARI, l'analisi di tutti i dati raccolti dall'ARI. Mi sono spostato a San Diego nel maggio 2006 per aiutare il dr.Rimland mentre lui stava combattendo contro il cancro alla prostata e, sotto la sua guida, ho preso le redini di molte delle attività dell'Istituto. Sono fortunato, perché ho alle spalle 30 anni di amicizia e di collaborazione professionale con lui. Dato che i miei genitori sono morti prima della nascita dei miei due figli, loro lo chiamavano "nonno Bernie". Non è stato per me solo un mentore con la sua professionalità, ma un amico del tutto speciale, e io mi sento orgoglioso di essere stato accolto nella sua famiglia e di aver ricevuto il compito di continuare il lavoro di tutta la sua vita. Sono sicuro che lui è con noi poiché continuiamo questo viaggio , un viaggio verso la speranza per tutti i bambini con autismo e per le loro famiglie. -- Prima di essere nominato Direttore deell'Autism Research Institute, ARI, il Dr. Edelson ha operato come Direttore Associato dell'ARI oltre ad essere Direttore del "Center for the Study of Autism" (Centro di studi per l'autismo) a Salem, Oregon. E' membro de: "Autism Society of America's Professional Advisory Board", e ha ricevuto il riconoscimento dell' ASA come "Volunteer of the Year"(Volontario dell'anno) nel 2000. E' presidente della "Society for Auditory Intervention Techniques" (Società per l'AIT) ed è presidente dell'"Autism Society" dell' Oregon.
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PedMed, una rivista scientifica rivolta ai Pediatri, sta da diverso tempo interessandosi particolarmente all'autismo, alla sua storia, alle controversie che lo circondano, all'aumento della sua diffusione, alla ricerca e ai trattamenti, basandosi su dozzine di relazioni, conferenze ed interviste. Questo un articolo di LIDIA WASOWICZ (UPI Senior Science Writer) che sottolinea lo spostarsi della ricerca sull'autismo dalla psicologia alla biologia. GCA applaude a questo cambiamento di rotta! SAN FRANCISCO, Nov. 30 (UPI) -- I ricercatori, cercando di comprendere le cause alla base dell'autismo, stanno volgendo la loro attenzione dalla psicologia alla biologia; hanno infatti osservato che i risultati venuti da un certo numero di ricerche nell'autismo coinvolgevano geni e anomalie anatomiche del cervello. Per esempio, studi tramite autopsie hanno rivelato cambiamenti nella struttura cerebrale e prove cliniche hanno messo in rilievo nei più giovani con il disordine differenze neurofisiologiche nel processare le informazioni. Altre ricercatori, subito dopo, hanno detto di aver individuato, in bambini che in futuro avrebbero sviluppato modificazioni rientranti nello spettro autistico, alterazioni già presenti alla nascita in molecole simili a proteine prodotte dal cervello chiamate neuropeptidi. Con in mano queste scoperte, gli scienziati si stanno progressivamente lasciando indietro i giorni in cui incolpavano esclusivamente i genitori, riconoscendo la ricca diversità di possibilità che possono causare il disturbo ecambiando la loro precedente visione che ancora oggi si focalizzava essenzialmente sulla psicologia. "Novità della biologia molecolare stanno accrescendo le nostre conoscenze delle basi biologiche dell'autismo in maniera sorprendente" ha detto Helen Tager-Flusberg, professore di anatomia, neurobiologia e psicologia, direttore del Lab of Developmental Cognitive Neuroscience e direttore dell' Autism Research Center of Excellence alla Boston University School of Medicine. "Il comportamento del sistema immunitario, fattori genetici e fattori ambientali interagiscono in questo complesso disordine" ha affermato durante un meeting sull'autismo a Boston. "Stiamo cominciando a mettere questi pezzi insieme, con la speranza che ad un certo momento saremo in grado di identificare i bambini con autismo subito dopo la nascita." David Amaral è uno che da sempre si muove in questa direzione. "Ciò che sappiamo è che l'autismo è un disordine con una forte componente genetica e ciò che i geni fanno in gran parte è produrre proteine" ha detto Amaral, professore di psichiatria e scienze comportamentali all' University of California, Davis, School of Medicine e Medical Center e direttore della ricerca al M.I.N.D. Institute. "Le proteine vengono immesse nel flusso sanguigno" ha spiegato "la deduzione che se ne ricava è quasi inevitabile: se cerchiamo abbastanza a fondo, troveremo alla fine alcuni marker del disordine nel sangue". Benchè questo modo di pensare sia ancora troppo innovativo per aver acquisito un largo consenso, sta raggiungendo certamente l'obiettivo di attirare l'attenzione. Ad un meeting medico dello scorso anno Amaral alzò ulteriormente il tiro annunciando uno studio su 105 bambini nell'età prescolare che potrebbe individuare la possibilità di sviluppare un semplice test del sangue che un giorno potrebbe smascherare l'autismo in un neonato. Questa sarebbe davvero una grande scoperta, considerando che, secondo gli scienziati federali e non-governativi, non esiste alcun test biologico per identificare il disordine a nessuna età e che solo solo la metà dei bambini sono ora diagnosticati prima dell'asilo, la maggior parte tra il secondo e il quarto compleanno. Amaral ha detto:"Scoprire un segno biologico, o "biomarker", che possa essere individuato alla nascita è l'obiettivo maggiore del M.I.N.D. Institute in quanto questo potrebbe consentire ai medici di iniziare i trattamenti o forse anche di prevenire il disordine precocemente". Lui ed i suoi colleghi hanno trovato evidenti differenze nelle cellule immunitarie che combattono le malattie, nelle proteine e in certe piccole molecole nel sangue dei bambini autistici che un giorno potrebbero servire allo scopo di individuare precocemente l'autismo. Gli scienziati hanno spiegato che l'idea è che, se la vulnerabilità potesse essere individuata in sala parto e potessoro essere identificati i fattori scatenanti ambientali, sarebbe possibile tenere le due cose separate, evitando ai bambini a rischio un ulteriore insulto, tenere così il disordine sotto controllo. Amaral ha aggiunto che, sebbene rimane ancora molto lavoro da fare prima che qualunque tecnica sia pronta per la clinica, il suo studio "fornisce un qualche supporto al fatto che dovremmo spendere più tempo e più attenzioni ai fattori immunitari nell'autismo". Queste sono idee che vengono da anni sostenute da molti genitori che hanno visto i loro figli autistici soffrire di allergie alimentari, problemi digestivi e infezioni resistenti ai trattamenti. |
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Al link sottostante è possibile leggere la traduzione dell'intervento del Dr. Arthur Krigsman, un medico americano Specializzato in Pediatria e Gastroenterologia pediatrica, tenuto alla prima Conferenza scientifica delThoughtful House Center, il centro per la cura di bambini autistici che dirige. Il Dr. Krigsman chiarisce qual'è il ruolo del gastroenterologo nel trattamento dell'autismo, spiegando dettagliatamente come i trattamenti dovrebbero essere diretti a minimizzare il grado dell'infiammazione della mucosa, mirando ad una scomparsa o ad un forte miglioramento dei sintomi. Riteniamo il documento di particolare interesse soprattutto per i medici che hanno in cura i bambini con autismo. Buona lettura: http://www.genitoricontroautismo.org/index.php?option=content&task=view&id=549&Itemid=27 |
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